La famiglia delle Ginkgoaceae comprende un'unica specie attualmente vivente, Ginkgo biloba, con distribuzione relitta, formalmente estinta in natura nelle sue regioni d'origine, che si ritiene siano la Cina e il Giappone, ma presente e largamente diffusa nei parchi e nei giardini di tutto il mondo. Si tratta, pertanto di un vero "fossile vivente", il cui genere, con specie molto affini all'attuale, aveva nel Giurassico e nel Cretaceo, un'areale di distribuzione molto esteso. Ginkgo biloba un grande albero con ramificazione monopodiale, con foglie formate da un picciolo e da un lembo a forma di ventaglio, con nervature dicotomiche che decorrono parallele e con incisioni sul margine superiore. La pianta dioica e raggiunge la maturit sessuale soltanto dopo un periodo molto lungo, circa 30 anni, durante il quale non vi dimorfismo tra i due sessi. I fiori maschili sono posti su rami molto corti detti brachiblasti e sono rappresentati da amenti lunghi pochi centimetri su cui si inseriscono stami con disposizione spiralata. La morfologia dello stame particolare in quanto esso comprende un piccolo filamento che porta 2-7 microsporangi, che si aprono per fessurazione. I fiori femminili (macrosporofilli) sono isolati all'ascella di brattee poste all'apice di brachiblasti, e portano ciascuno 2 ovuli. L'impollinazione anemogama. Il polline presenta caratteri di primitivit in quanto, raggiunta la camera pollinica, produce 2 anterozoidi ciliati che raggiungono la oosfera nuotando. La fecondazione avviene dopo molto tempo, quando il seme apparentemente maturo e gi caduto sul terreno; soltanto uno dei due ovuli giunge a maturazione, mentre l'altro si atrofizza. Il seme circondato da un involucro carnoso di origine tegumentale.
Ginkgo biloba una pianta molto apprezzata come pianta ornamentale; in Giappone i suoi semi vengono consumati dopo fermentazione.