CANNABIS TERAPEUTICA |
La Canapa indiana (Cannabis sativa L.) possiede moltissimi principi attivi, molti dei quali in fase di studio, come del resto per molte altre piante. Tra i principali fitocomplessi ne sono stati identificati alcuni con proprietà terapeutiche scientificamente riconosciute come, per es. il THC (Δ9-tetraidrocannabinolo) ed il CBD (cannabidiolo).
Nei fitocomplessi attivi della Canapa indiana sono presenti anche terpeni (con proprietà antiinfiammatorie e analgesiche) ed altri cannabinoidi (CBG, THCV e CBDV), alcuni dei quali fungono da antagonisti o modulanti gli effetti psicotropi prodotti dal THC.
Il CBD (da non confondere col CBN - cannabinolo metabolita del THC), è un fitocannabinoide importante tra i circa 85 attivi identificati nella pianta della Cannabis sativa L. e può rappresentare fino al 40% del totale dei cannabinoidi nell'estratto della pianta.
Il CBD sembra avere una portata più ampia del THC nelle applicazioni mediche, in quanto non ha gli effetti psicotropi e psicotomimetici che invece possiedono il THC ed il CBN; anzi, il CBD stesso sembra essere un antagonista di tali effetti, ritardandoli.
Negli Stati Uniti d'America vi sono già varie medicine registrate a base di CBD come, per esempio Epidiolex per il trattamento della sindrome di Dravet.
Tutto ciò ha costituito uno stimolo per la ricerca delle proprietà farmacologiche del CBD e del suo potenziale campo di applicazione terapeutica su una vasta gamma di disturbi psichiatrici e non psichiatrici come ansia, depressione e psicosi.
Scheda della Canapa indiana o sativa