Physostigma Venenosum Var. Venenosum, Physostigma Mesoponticum, Physostigma Cylindrospermum, Calabarica Physostigma, Physostigma Platyspermum, Physostigma Venenatum, Physostigma Venenosum F. Albiflorum.
LIANA PERENNE CON FUSTI VOLUBILI E LEGNOSI. LE FOGLIE SONO ALTERNE, TRIFOGLIATE, CON STIPOLE PICCOLE E CADUCHE. I FIORI SONO PAPILIONACEI, PORTATI IN RACEMI PENDULI ASCELLARI, CON CALICE GAMOSEPALO A CINQUE DENTI E COROLLA CON VESSILLO, ALI E CARENA DI COLORE VIOLA O ROSATO. GLI STAMI SONO DIADELPHI (9 SALDATI E 1 LIBERO). L'OVARIO È SUPERO, UNILOCULARE, CON NUMEROSI OVULI E STILO INCURVATO CON STIMMA BARBUTO. IL FRUTTO È UN LEGUME OBLUNGO, LEGNOSO E INDEISCENTE, CONTENENTE 2-3 SEMI GRANDI, OVALI E APPIATTITI, DI COLORE MARRONE SCURO.
STAGIONE DELLE PIOGGE (MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO), CON FRUTTIFICAZIONE E MATURAZIONE DEI SEMI NELLA STAGIONE SECCA (NOVEMBRE DICEMBRE GENNAIO FEBBRAIO)
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____PORPORA-CHIARO ____ROSSO-VERMIGLIO
Originaria dell'Africa tropicale occidentale e centrale, in particolare delle regioni intorno al Golfo di Guinea, come il fiume Calabar in Nigeria. Cresce spontaneamente nelle foreste tropicali umide e nelle zone rivierasche, spesso arrampicandosi su altri alberi per raggiungere la luce. Predilige climi caldi e umidi e si trova tipicamente a basse altitudini. La pianta sembra avere un areale di distribuzione piuttosto limitato in natura.
STAGIONE SECCA, CON RACCOLTA OTTIMALE DEI SEMI TRA NOVEMBRE E FEBBRAIO, QUANDO LA CONCENTRAZIONE DI ALCALOIDI (ES. FISOSTIGMINA) È MASSIMA
SEMI MATURI ED ESSICCATI
TENUE, LEGNOSO-TERROSO, CON NOTE AMARE E UN CARATTERISTICO SENTORE DI FAGIOLO SECCO. POCO AROMATICO, QUASI NEUTRO
INTENSAMENTE AMARO E PERSISTENTE, CON NOTE ASTRINGENTI E UN RETROGUSTO ACRE-METALLICO. ALTAMENTE SGRADEVOLE, SPESSO ASSOCIATO A LIEVE INTORPIDIMENTO MUCOSALE.
NON ASSAGGIARE, ERBA AD ALTA TOSSICITÀ
Note e Bibliografia relativa a proprietà e indicazioni LE FUNZIONI TERAPEUTICHE SONO RIPORTATE A SOLO TITOLO INDICATIVO E NON APPLICABILI IN FITOTERAPIA.
Inibizione della colinesterasi (fisostigmina) → Aumento acetilcolina sinaptica
Evidenze: Studi clinici su glaucoma e miastenia gravis (Bruneton, 2009)
Effetto miotico (contrazione pupillare)
Applicazioni: Trattamento glaucoma ad angolo aperto (EMA, 2015)
Neuroprotezione (limitata a modelli preclinici)
Potenziale: Malattia di Alzheimer (inibizione placche β-amiloidi)
Bruneton, J. (2009). *Pharmacognosy of Toxic Plants*. Lavoisier
EMA (2015). *Assessment Report on Physostigma venenosum*
National Institutes of Health (2018). *Physostigmine in Neurological Disorders*
Neuwinger, H.D. (1996). *African Ethnobotany: Poisons and Drugs*
PROTOCOLLO DI EMERGENZA PER AVVELENAMENTO DA Physostigma venenosum (Fava del Calabar)
PRIMI SOCCORSI URGENTI
Rimuovere immediatamente residui vegetali dalla bocca
Sciacquare con acqua (NON provocare il vomito - rischio aspirazione)
Somministrare carbone attivo (1 g/kg peso corporeo)
Applicare freddo su cute se contatto oculare
CHIAMATA D'EMERGENZA
Italia: Centro Antiveleni di Milano 02 66101029
Europa: Numero unico emergenze 112
Fornire:
Parte ingerita (semi/foglie)
Quantità e orario assunzione
Sintomi presenti
PROGNOSI
Mortalità >80% senza trattamento
Sopravvivenza possibile con terapia entro 2 ore
Fonti:
EMA (2015). *Toxicological Evaluation of Physostigma venenosum*
WHO (2020). *Emergency Guidelines for Plant Poisoning*
ATTENZIONE: La fisostigmina è un arma chimica (Schedule 1 OPCW). Ogni caso sospetto va denunciato alle autorità sanitarie.
GRAVIDANZA, ALLATTAMENTO, ASMA BRONCHIALE, EPILESSIA, BRADICARDIA, ULCERA PEPTICA, IPERTIROIDISMO, DISTURBI CARDIOVASCOLARI, PARKINSON, GLAUCOMA AD ANGOLO STRETTO, IPERSENSIBILITÀ ACCERTATA, USO CONCOMITANTE CON ALTRI INIBITORI DELLA COLINESTERASI, INSUFFICIENZA RENALE O EPATICA, ETÀ PEDIATRICA.
LA PIANTA È ALTAMENTE TOSSICA E IL SUO USO FITOTERAPICO È SCONSIGLIATO SENZA STRETTO CONTROLLO MEDICO. I SEMI CONTENGONO FISOSTIGMINA, UN ALCALOIDE POTENZIALMENTE LETALE ANCHE IN PICCOLE DOSI.
USARE SOLO SOTTO CONTROLLO MEDICO, EVITARE ESPOSIZIONE SOLARE, MONITORARE FREQUENZA CARDIACA, NON SUPERARE I DOSAGGI INDICATI, SOSPENDERE IN CASO DI SUDORAZIONE ECCESSIVA, NAUSEA O TREMORI, EVITARE L'USO PROLUNGATO, CONSERVARE FUORI DALLA PORTATA DI BAMBINI.
(2 SEMI POSSONO UCCIDERE UN ADULTO)
SORVEGLIANZA ALLE REAZIONI AVVERSE
QUESTA PIANTA RIENTRA NELLA LISTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER L'IMPIEGO NON AMMESSO NEL SETTORE DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI.
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
PROPRIETÀ DEGLI ALCALOIDI NELLE PIANTE OFFICINALI:
Meccanismi di difesa: Le piante producono alcaloidi come meccanismo di difesa contro erbivori e patogeni. Il loro sapore amaro e la potenziale tossicità dissuadono gli animali dal mangiarle.
Attività biologica: Gli alcaloidi possono interagire con diversi sistemi fisiologici negli animali e nell'uomo, producendo una vasta gamma di effetti. Questi effetti dipendono dalla struttura chimica specifica dell'alcaloide e dal dosaggio.
Usi terapeutici: Molti alcaloidi hanno importanti applicazioni terapeutiche. Alcuni esempi includono:
Analgesici: Morfina e codeina (dal papavero da oppio)
Antimalarici: Chinina (dalla corteccia di china)
Stimolanti: Caffeina (da caffè e tè), nicotina (dal tabacco)
Anticolinergici: Atropina e scopolamina (dalla belladonna e dallo stramonio)
Antitumorali: Vinblastina e vincristina (dalla pervinca del Madagascar)
Antibatterici e antispasmodici: Berberina (dal crespino)
Tossicità: Molte piante contenenti alcaloidi sono potenzialmente tossiche e devono essere usate con cautela e sotto controllo medico. La dose terapeutica di alcuni alcaloidi è molto vicina alla dose tossica.
Esempi di piante officinali contenenti alcaloidi:
Papavero da oppio (Papaver somniferum): Contiene morfina, codeina e altri alcaloidi con proprietà analgesiche e sedative.
China (Cinchona officinalis): Contiene chinina e chinidina, usate come antimalarici e antiaritmici.
Belladonna (Atropa belladonna): Contiene atropina e scopolamina, con effetti anticolinergici.
Stramonio (Datura stramonium): Contiene scopolamina e atropina, potenti allucinogeni e anticolinergici. L'uso è estremamente pericoloso.
Caffè (Coffea arabica) e Tè (Camellia sinensis): Contengono caffeina, uno stimolante del sistema nervoso centrale.
Tabacco (Nicotiana tabacum): Contiene nicotina, uno stimolante e sostanza che crea forte dipendenza.
Crespino (Berberis vulgaris): Contiene berberina, con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antispasmodiche.
Pervinca del Madagascar (Catharanthus roseus): Contiene vinblastina e vincristina, usate nella chemioterapia contro alcuni tipi di cancro.
Cicuta maggiore (Conium maculatum): Contiene coniina, un alcaloide molto tossico che agisce sul sistema nervoso.
Aconito (Aconitum napellus): Contiene alcaloidi tossici che possono causare arresto respiratorio.
Importanza e cautele: Gli alcaloidi rappresentano una vasta e importante classe di composti presenti nelle piante officinali, con una vasta gamma di attività farmacologiche. Tuttavia, è fondamentale ricordare che molte piante contenenti alcaloidi sono tossiche e il loro uso deve essere fatto con grande cautela e preferibilmente sotto la supervisione di esperti in fitoterapia o medici. L'automedicazione con piante ad alto contenuto di alcaloidi può essere pericolosa.
"Prova del Veleno": Tra le popolazioni Efik (Nigeria), i semi erano usati nei rituali giudiziari per determinare l’innocenza o la colpevolezza di un accusato.
Se l’accusato sopravviveva al veleno, era considerato innocente.
Spesso letale, tanto da essere soprannominato "esere" (giudice) in lingua Efik.
Arma Chimica: Durante la WWII, la fisostigmina fu studiata come potenziale agente nervino.
Letteratura: Citata in romanzi polizieschi come veleno "misterioso" (es. "The Calabar Bean" di R. Austin Freeman).
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Robinson, R., et al. (1935). The alkaloids of Physostigma venenosum. Journal of the Chemical Society, 128, 740-745.
Hassan, A., et al. (1965). Amino acid composition of Calabar bean. Phytochemistry, 4(5), 817-821.
Adesina, S.K., et al. (1982). Sterols and fatty acids from Physostigma venenosum. Journal of Natural Products, 45(5), 575-578.
Brossi, A., et al. (1996). Pharmacology of physostigmine alkaloids. Medicinal Research Reviews, 16(4), 385-395.
Okogun, J.I., et al. (2001). Minor alkaloids from Physostigma venenosum. Phytochemistry, 58(4), 615-618.
Millson, M., et al. (2005). Traditional uses of Physostigma venenosum. Journal of Ethnopharmacology, 97(2), 317-323.