Cineraria Farfara (L.) Bernh., Farfara Radiata Gilib., Petasites Farfara (L.) Baill., Tussilago Alpestris Hegetschw., Tussilago Farfara F. Pallida Hyl., Tussilago Farfara Var. Duplicatolobatum Murr, Tussilago Farfara Var. Spinulifolia Elías, Tussilago Farfara Var. Spinulifolia Elías Ex Sennen, Tussilago Farfara Var. Tubulosa Günther, Grab. & Wimm., Tussilago Generalis E.H.L.Krause, Tussilago Radiata Gilib., Tussilago Ruderalis Salisb., Tussilago Rupestris Wall., Tussilago Umbertina Borbás, Tussilago Vulgaris Hill, Tussilago Vulgaris Lam.
PIANTA ERBACEA PERENNE CON UN RIZOMA STRISCIANTE E SQUAMOSO. LE FOGLIE BASALI COMPAIONO DOPO LA FIORITURA, SONO LUNGAMENTE PICCIOLATE, A FORMA DI CUORE O RENIFORMI, CON MARGINE DENTATO E PAGINA INFERIORE DENSAMENTE TOMENTOSA DI BIANCO. I FIORI SONO GIALLI, RIUNITI IN UN SINGOLO CAPOLINO SU UNO SCAPO ERETTO, SQUAMOSO E LANOSO, CHE COMPARE IN PRIMAVERA PRIMA DELLE FOGLIE. IL CAPOLINO È COMPOSTO DA FIORI LIGULATI ESTERNI FEMMINILI E FIORI TUBULOSI CENTRALI ERMAFRODITI. IL FRUTTO È UN ACHENIO CON UN PAPPO BIANCO E SETOSO CHE NE FAVORISCE LA DISPERSIONE ANEMOCORA.
FINE INVERNO-INIZIO PRIMAVERA (FEBBRAIO MARZO APRILE)
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____GIALLO ____GIALLO-CHIARO ____GIALLO-DORATO
Predilige habitat umidi e disturbati, come bordi di strade, scarpate, rive di corsi d'acqua, terreni argillosi umidi, siti di scavo e aree incolte. Si adatta a una vasta gamma di tipi di suolo, ma prospera particolarmente su quelli argillosi e limosi, spesso ricchi di minerali e con una buona ritenzione idrica. È una specie pioniera che colonizza rapidamente aree denudate. La sua distribuzione è ampia in Europa, Asia temperata e Nord Africa, ed è stata introdotta anche in Nord America. Cresce tipicamente dal livello del mare fino a quote montane, preferendo esposizioni soleggiate o parzialmente ombreggiate. La sua capacità di diffondersi tramite rizomi sotterranei contribuisce alla sua presenza in habitat eterogenei.
GLI ALCALOIDI PIRROLIZZIDINICI HANNO ATTIVITÀ EPATOTOSSICA-GENOTOSSICA E CARCINOGENICA PERTANTO LA DURATA DI UTILIZZO NON DEVE SUPERARE LE 4-6 SETTIMANE L'ANNO
La Farfara era utilizzata con tosse abbondante di secrezioni e non al suo inizio. Non dovrebbe essere più utilizzata in fitoterapie per la sua probabile azione mutagena e carcinogenetica.
QUESTA PIANTA RIENTRA NELLA LISTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER L'IMPIEGO NON AMMESSO NEL SETTORE DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI.
GRAVIDANZA, ALLATTAMENTO, EPATOPATIE, USO PROLUNGATO (>2 SETTIMANE), BAMBINI SOTTO I 12 ANNI, IPERSENSIBILITÀ ALLE ASTERACEAE
USARE SOLO ESTRATTI CERTIFICATI PRIVI DI ALCALOIDI PIRROLIZIDINICI, EVITARE PREPARAZIONI DOMESTICHE CON PIANTA GREZZA, LIMITARE L'USO A 7 GIORNI CONSECUTIVI, MONITORARE LA FUNZIONALITà EPATICA IN CASO DI TERAPIE PROLUNGATE, NON ASSOCIARE AD ALTRI EPATOTOSSICI (ES. PARACETAMOLO), PREFERIRE FORMULAZIONI IN SCIROPPO O ESTRATTI SECCHI STANDARDIZZATI
(Erbe che possono aumentare l'efficacia fitoterapica)
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva o di trattamento. Consultare un fitoterapeuta per personalizzare le combinazioni.
(Erbe che possono diminuire l'effetto fitoterapico o causare interazioni avverse)
Farfara Tintura Madre
Preparata dalla pianta intera fresca raccolta alla fioritura tit.alcol.45°
XXX gtt 3 volte al giorno
Farfara Tisana
Foglie: 1.5-3 g per tazza
Fiori: 2 g per tazza
Infuso per 5 minuti
3 tazze al giorno
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
PROPRIETÀ DEGLI ALCALOIDI NELLE PIANTE OFFICINALI:
Meccanismi di difesa: Le piante producono alcaloidi come meccanismo di difesa contro erbivori e patogeni. Il loro sapore amaro e la potenziale tossicità dissuadono gli animali dal mangiarle.
Attività biologica: Gli alcaloidi possono interagire con diversi sistemi fisiologici negli animali e nell'uomo, producendo una vasta gamma di effetti. Questi effetti dipendono dalla struttura chimica specifica dell'alcaloide e dal dosaggio.
Usi terapeutici: Molti alcaloidi hanno importanti applicazioni terapeutiche. Alcuni esempi includono:
Analgesici: Morfina e codeina (dal papavero da oppio)
Antimalarici: Chinina (dalla corteccia di china)
Stimolanti: Caffeina (da caffè e tè), nicotina (dal tabacco)
Anticolinergici: Atropina e scopolamina (dalla belladonna e dallo stramonio)
Antitumorali: Vinblastina e vincristina (dalla pervinca del Madagascar)
Antibatterici e antispasmodici: Berberina (dal crespino)
Tossicità: Molte piante contenenti alcaloidi sono potenzialmente tossiche e devono essere usate con cautela e sotto controllo medico. La dose terapeutica di alcuni alcaloidi è molto vicina alla dose tossica.
Esempi di piante officinali contenenti alcaloidi:
Papavero da oppio (Papaver somniferum): Contiene morfina, codeina e altri alcaloidi con proprietà analgesiche e sedative.
China (Cinchona officinalis): Contiene chinina e chinidina, usate come antimalarici e antiaritmici.
Belladonna (Atropa belladonna): Contiene atropina e scopolamina, con effetti anticolinergici.
Stramonio (Datura stramonium): Contiene scopolamina e atropina, potenti allucinogeni e anticolinergici. L'uso è estremamente pericoloso.
Caffè (Coffea arabica) e Tè (Camellia sinensis): Contengono caffeina, uno stimolante del sistema nervoso centrale.
Tabacco (Nicotiana tabacum): Contiene nicotina, uno stimolante e sostanza che crea forte dipendenza.
Crespino (Berberis vulgaris): Contiene berberina, con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antispasmodiche.
Pervinca del Madagascar (Catharanthus roseus): Contiene vinblastina e vincristina, usate nella chemioterapia contro alcuni tipi di cancro.
Cicuta maggiore (Conium maculatum): Contiene coniina, un alcaloide molto tossico che agisce sul sistema nervoso.
Aconito (Aconitum napellus): Contiene alcaloidi tossici che possono causare arresto respiratorio.
Importanza e cautele: Gli alcaloidi rappresentano una vasta e importante classe di composti presenti nelle piante officinali, con una vasta gamma di attività farmacologiche. Tuttavia, è fondamentale ricordare che molte piante contenenti alcaloidi sono tossiche e il loro uso deve essere fatto con grande cautela e preferibilmente sotto la supervisione di esperti in fitoterapia o medici. L'automedicazione con piante ad alto contenuto di alcaloidi può essere pericolosa.
Tussilago = Tussis agere = Scacciare la tosse.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Duke, J. A. (1992). Handbook of biologically active phytochemicals and their activities. CRC press.