DESCRIZIONE BOTANICA espandi ⇩ riduci ⇧
PIANTA ERBACEA BULBOSA PERENNE ALTA DA 10 A 40 CM. CON GEMME SOTTERRANEE E PRIVA DI FUSTO. LATERALMENTE DAL BULBOTUBERO PARTONO LE RADICI ED I FIORI GERMOGLIANO DIRETTAMENTE DAL BULBO AD INIZIO AUTUNNO. LE FOGLIE CHE PARTONO DAL TUBERO SONO LANCEOLATE CON NERVATURE PARALLELE A CONSISTENZA CARNOSA. L'INFIORESCENZA PORTA GENERICAMENTE UN SOLO GRANDE FIORE ERMAFRODITA CON FORMA A CALICE ALLUNGATO. L'INFIORESCENZA PUÒ PORTARE ALTRI FIORI MA IN PERIODI SUCCESSIVI.
HABITAT espandi ⇩ riduci ⇧
Predilige prati umidi, pascoli, boschi aperti e rive di fiumi. Cresce in terreni ben drenati, argillosi o limosi, spesso calcarei, e si adatta a climi temperati con estati fresche e umide. La sua distribuzione comprende gran parte dell'Europa, dal livello del mare fino a circa 1500 metri di altitudine. In Italia, è presente in diverse regioni, soprattutto al nord e al centro. La fioritura avviene in autunno, senza la presenza delle foglie, che compaiono solo in primavera.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025
SCHEDA FITOTERAPIA
PERIODO BALSAMICO (Periodo di raccolta della droga) espandi ⇩ riduci ⇧
AGOSTO-OTTOBRE, DURANTE LA FIORITURA AUTUNNALE. I SEMI SI RACCOLGONO IN MAGGIO-GIUGNO DELL'ANNO SUCCESSIVO.<br />
PIANTA ALTAMENTE TOSSICA (COLCHICINA). EVITARE QUALSIASI CONTATTO DIRETTO.
DROGA UTILIZZATA (Parte utilizzata a scopo fitoterapico) SEMI A GIUGNO E TUBERI PRIMA DELLA FIORITURA [COLCHICI SEMEN F.U.]
ODORI DELLA DROGA TENUE, ERBACEO-TERROSO, CON NOTE DOLCIASTRE E UN LIEVE SENTORE DI MUFFA UMIDA. ASSOLUTAMENTE NON ANNUSARE DIRETTAMENTE PER RISCHIO DI INTOSSICAZIONE DA COLCHICINA.
NOTA: TUTTE LE PARTI DELLA PIANTA SONO ALTAMENTE VELENOSE (ALCALOIDI TROPOLONICI). L'ANALISI OLFATTIVA È SCONSIGLIATA.
SAPORI DELLA DROGA ESTREMAMENTE AMARO E ACRE, CON RETROGUSTO METALLICO PERSISTENTE E EFFETTO IRRITANTE IMMEDIATO SULLE MUCOSE. NON ASSAGGIARE – DOSI MINIME (0.5 MG/KG) SONO LETALI PER LA COLCHICINA.
LA DROGA È MORTALE (BLOCCA LA DIVISIONE CELLULARE). SOLO USO FARMACEUTICO CONTROLLATO IN FORMULAZIONI SPECIFICHE.
CONTROINDICAZIONI * ERBA VELENOSA! VIETATO L´USO COMUNE. ANCHE A DOSE TERAPEUTICA PUÒ ESSERE LETALE OVE ESISTANO LESIONI RENALI. SE VIENE INGERITO PROVOCA BRUCIORE ALLE MUCOSE, NAUSEA, VOMITO, COLICHE, DIARREA SANGUINOLENTA FINO AL DELIRIO ED ALLA MORTE.
L'AVVELENAMENTO HA AZIONE SULL´APPARATO DIGERENTE, BILIARE, RESPIRATORIO, CARDIO-VASCOLARE, RENALE, SUL SISTEMA NERVOSO E SULLE GHIANDOLE ENDOCRINE. LA MORTE AVVIENE TRA LE 7 E LE 48 ORE. LA COLCHICINA PURA, INVECE, È UTILIZZABILE SOTTO STRETTO CONTROLLO MEDICO IN SPECIALITÀ FARMACEUTICHE CONTRO ATTACCHI ACUTI DI GOTTA E ALCUNE EPATITI CRONICHE, OVVIAMENTE PUÒ PROVOCARE DIARREA, CRAMPI INTESTINALI E TURBE EMATOLOGICHE.
AVVERTENZE * LE FUNZIONI TERAPEUTICHE (PROPRIETÀ E INDICAZIONI) SONO INDICATE COME INFORMAZIONE STORICO-CULTURALE MA NON APPLICABILI NELLA PRATICA FITOTERAPICA.
PRECAUZIONI:
NON TOCCARE IL FIORE O LA PIANTA PERCHÈ IL SOLO CONTATTO POTREBBE CAUSARE DANNI ALLA PELLE.
NOTE DI FITOTERAPIA * leggi espandi ⇩ riduci ⇧
COME COMPORTARSI IN CASO DI SOSPETTO AVVELENAMENTO DA Colchicum autumnale L. 1. Sintomi dell'avvelenamento
I sintomi possono comparire dopo 2-12 ore dall'ingestione e includono:
Fase iniziale (entro 24 ore):
Nausea, vomito incoercibile, diarrea acquosa o emorragica.
Forti dolori addominali.
Sensazione di bruciore in bocca e gola.
Fase sistemica (dopo 24-72 ore):
Disidratazione grave e squilibri elettrolitici.
Insufficienza multiorgano (renale, epatica, cardiaca).
Mielosoppressione (riduzione dei globuli bianchi, piastrine).
Debolezza muscolare, paralisi, convulsioni.
2. Cosa fare immediatamente
Se ingerito:
Non indurre il vomito (la colchicina può causare ulteriore danno all'esofago).
Sciacquare la bocca con acqua.
Assumere carbone attivo (solo se prescritto dal Centro Antiveleni).
Bere piccoli sorsi d'acqua per evitare disidratazione.
Se a contatto con la pelle:
Lavare abbondantemente con acqua e sapone.
3. Contattare i soccorsi con URGENZA
Chiamare immediatamente il Centro Antiveleni (in Italia: 06 4997 0000 per Roma, altrimenti cercare il numero locale).
Recarsi al Pronto Soccorso più vicino, anche in assenza di sintomi gravi (l'avvelenamento può peggiorare rapidamente).
Portare un campione della pianta (se disponibile) per facilitare l'identificazione.
4. Trattamento medico
Terapia di supporto: reidratazione, correzione degli squilibri elettrolitici.
Antidoto: Non esiste un antidoto specifico, ma in alcuni casi si usa anticorpi anti-colchicina (in ambito ospedaliero).
Monitoraggio intensivo: ECG, analisi del sangue (funzionalità renale, epatica, emocromo).
5. Cosa NON fare
Non aspettare che compaiano i sintomi (l'avvelenamento può essere mortale prima della manifestazione clinica).
Non assumere latte o sostanze grasse (potrebbero aumentare l'assorbimento della tossina).
Non sottovalutare anche piccole quantità ingerite (la dose letale per un adulto può essere di pochi grammi di pianta).
6. Prevenzione
Non confondere il colchico con lo zafferano selvatico (i bulbi e i fiori sono simili ma tossici).
Tenere lontano da bambini e animali domestici.
Usare guanti quando si maneggia la pianta.
L'avvelenamento da Colchicum autumnale è un'emergenza medica! La sopravvivenza dipende dalla rapidità dell'intervento.
Queste informazioni non sostituiscono il parere medico. In caso di sospetto avvelenamento, agire immediatamente.
Sorveglianza alle reazioni avverse *
QUESTA PIANTA RIENTRA NELLA LISTA DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER L'IMPIEGO NON AMMESSO NEL SETTORE DEGLI INTEGRATORI ALIMENTARI.
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
ALCALOIDI
UTILE DA SAPERE espandi ⇩ riduci ⇧
PROPRIETÀ DEGLI ALCALOIDI NELLE PIANTE OFFICINALI:
Meccanismi di difesa: Le piante producono alcaloidi come meccanismo di difesa contro erbivori e patogeni. Il loro sapore amaro e la potenziale tossicità dissuadono gli animali dal mangiarle.
Attività biologica: Gli alcaloidi possono interagire con diversi sistemi fisiologici negli animali e nell'uomo, producendo una vasta gamma di effetti. Questi effetti dipendono dalla struttura chimica specifica dell'alcaloide e dal dosaggio.
Usi terapeutici: Molti alcaloidi hanno importanti applicazioni terapeutiche. Alcuni esempi includono:
Analgesici: Morfina e codeina (dal papavero da oppio)
Antimalarici: Chinina (dalla corteccia di china)
Stimolanti: Caffeina (da caffè e tè), nicotina (dal tabacco)
Anticolinergici: Atropina e scopolamina (dalla belladonna e dallo stramonio)
Antitumorali: Vinblastina e vincristina (dalla pervinca del Madagascar)
Antibatterici e antispasmodici: Berberina (dal crespino)
Tossicità: Molte piante contenenti alcaloidi sono potenzialmente tossiche e devono essere usate con cautela e sotto controllo medico. La dose terapeutica di alcuni alcaloidi è molto vicina alla dose tossica.
Esempi di piante officinali contenenti alcaloidi:
Papavero da oppio (Papaver somniferum): Contiene morfina, codeina e altri alcaloidi con proprietà analgesiche e sedative.
China (Cinchona officinalis): Contiene chinina e chinidina, usate come antimalarici e antiaritmici.
Belladonna (Atropa belladonna): Contiene atropina e scopolamina, con effetti anticolinergici.
Stramonio (Datura stramonium): Contiene scopolamina e atropina, potenti allucinogeni e anticolinergici. L'uso è estremamente pericoloso.
Caffè (Coffea arabica) e Tè (Camellia sinensis): Contengono caffeina, uno stimolante del sistema nervoso centrale.
Tabacco (Nicotiana tabacum): Contiene nicotina, uno stimolante e sostanza che crea forte dipendenza.
Crespino (Berberis vulgaris): Contiene berberina, con proprietà antibatteriche, antinfiammatorie e antispasmodiche.
Pervinca del Madagascar (Catharanthus roseus): Contiene vinblastina e vincristina, usate nella chemioterapia contro alcuni tipi di cancro.
Cicuta maggiore (Conium maculatum): Contiene coniina, un alcaloide molto tossico che agisce sul sistema nervoso.
Aconito (Aconitum napellus): Contiene alcaloidi tossici che possono causare arresto respiratorio.
Importanza e cautele: Gli alcaloidi rappresentano una vasta e importante classe di composti presenti nelle piante officinali, con una vasta gamma di attività farmacologiche. Tuttavia, è fondamentale ricordare che molte piante contenenti alcaloidi sono tossiche e il loro uso deve essere fatto con grande cautela e preferibilmente sotto la supervisione di esperti in fitoterapia o medici. L'automedicazione con piante ad alto contenuto di alcaloidi può essere pericolosa.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA
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