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ALETRIS FARINOSA
Aletris farinosa L.

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TOSSICITÀ: BASSISSIMA

SCHEDA BOTANICA

CLASSIFICAZIONE
Dominio: Eukaryota (Con cellule dotate di nucleo)
Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari)
Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi)
Divisione: Angiospermae o Magnoliophyta (Piante con fiori)
Sottodivisione: ---
Classe: Liliopsida (Monocotiledoni)
Sottoclasse: Liliidae
Ordine: Liliales
Famiglia:

NOMI POPOLARI
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Aletris Alba Michx. Aletris Lucida Raf., Aletris Caroliniana, Aletris Farinosa Var. Latifolia, Aletris Obovata, Helonias Farinosa, Helonias Lutea, Helonias Obovata, Leimanthium Farinosum, Leimanthium Luteum

SINONIMI BOTANICI
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Aletris Alba Michx. Aletris Lucida Raf., Aletris Caroliniana, Aletris Farinosa Var. Latifolia, Aletris Obovata, Helonias Farinosa, Helonias Lutea, Helonias Obovata, Leimanthium Farinosum, Leimanthium Luteum

DESCRIZIONE BOTANICA
PIANTA ERBACEA PERENNE, ALTA 30-100 CM. PRESENTA UN RIZOMA CORTO E FIBROSO DA CUI SI SVILUPPA UNA ROSETTA BASALE DI FOGLIE LANCEOLATE (5-20 CM), VERDE CHIARO, CON MARGINE INTERO E SUPERFICIE FARINOSA (DA CUI IL NOME). FUSTO ERETTO, SEMPLICE, ANGOLOSO, RICOPERTO DA UNA CARATTERISTICA PELURIA FARINOSA BIANCASTRA. FIORI TUBULARI BIANCO-CREMA (6-10 MM), CAMPANULATI, RIUNITI IN RACEMI TERMINALI DENSI. PERIGONIO CON 6 LOBI RICURVI, 6 STAMI E OVARIO SUPERO. FRUTTO A CAPSULA OVOIDALE DEISCENTE. FIORITURA DA MAGGIO A LUGLIO. SPECIE DIOICA (PIANTE MASCHILI E FEMMINILI SEPARATE). RADICE AMARA, STORICAMENTE USATA IN MEDICINA TRADIZIONALE COME TONICO E ANTISPASMODICO. DIFFUSA IN NORD AMERICA ORIENTALE IN AMBIENTI UMIDI ACIDI, PROTETTA IN MOLTE AREE PER LA RAREFAZIONE

COLORI OSSERVATI NEI FIORI

____ BIANCO

FIORITURA O ANTESI
APRILE, MAGGIO, GIUGNO, PRIMAVERA

HABITAT
Originaria del Nord America orientale, diffusa dal Canada meridionale alla Florida e al Texas. Cresce in ambienti aperti e soleggiati come prati umidi, paludi, savane di pini, margini boschivi e lande sabbiose, prediligendo terreni acidi, poveri e ben drenati, spesso sabbiosi o ghiaiosi. Presente da 0 a 1.500 metri di altitudine, mostra adattamento sia a zone periodicamente allagate che a terreni xerici. Frequente in associazioni vegetali dei Sarracenio-Droseretea (zone umide acide) e Pinus palustris (savane). Specione eliofila, acidofila e igrofila, sensibile alla competizione con altre erbe alte. La raccolta eccessiva per usi medicinali (rizoma) e la distruzione degli habitat hanno ridotto molte popolazioni, rendendola specie protetta in diversi stati

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025

SCHEDA FITOTERAPIA

PERIODO BALSAMICO
(Periodo di raccolta della droga)
OTTOBRE, NOVEMBRE, DICEMBRE, AUTUNNO, INIZIO INVERNO
DROGA UTILIZZATA
(Parte utilizzata a scopo fitoterapico)
RIZOMA BULBOSO CON RADICI RACCOLTE IN AUTUNNO
ODORI DELLA DROGA
TERROSO-AMARO CON NOTE MUSCHIATE, LEGGERO AROMA CANFORATO E RETROGUSTO ERBACEO
SAPORI DELLA DROGA
AMARO-INTENSO, CANFORATO, RETROGUSTO PERSISTENTE LIEVEMENTE PICCANTE
PRINCIPI ATTIVI
Saponine steroidee: diosgenina, aletrina,
Glicosidi: diosgenina-4-O-glucoside,
Fitosteroli: beta-sitosterolo, stigmasterolo,
Acidi organici: acido citrico, acido malico,
Tannini: gallotannini,
Oli essenziali: tracce di monoterpeni
PROPRIETÀ E INDICAZIONI REGISTRATE

  • ------
  • ++CARMINATIVO - ANTIFERMENTATIVO
    ++DISMENORREA E OLIGOMENORREA
    ++EMMENAGOGO
    ++ESTROGENI (FITOESTROGENICO)
    ++LASSATIVO O PURGANTE
    ++MENOPAUSA E CLIMATERIO (TURBE E DISTURBI VARI)
    ++METEORISMO FLATULENZA E FERMENTAZIONI INTESTINALI
    ++SPASMOLITICO UTERINO
    ++STITICHEZZA O STIPSI
    +DIGESTIVO EUPEPTICO STOMACHICO
    +DISPEPSIA O CATTIVA DIGESTIONE
    +DIURETICO
    +REUMATISMI E DOLORI REUMATICI
    +SPASMI E DOLORI SPASMODICI DI VARIA NATURA
    +SPASMOLITICO ANTISPASMODICO

    ORGANI INTERESSATI
    INTESTINO
    ORGANI DIGESTIVI
    ORGANI E-O TESSUTI DI VARI...
    ORGANI EMUNTORI
    ORGANI SESSUALI E RIPRODUTTIVI
    OSSA - CARTILAGINI -...
    RENI
    SISTEMA ENDOCRINO
    SISTEMA NERVOSO ENTERICO
    STOMACO
    TUBO GASTRO-ENTERICO
    UTERO
    UTERO E OVAIE
    VIE URINARIE
    ESTRATTI
    Aletris farinosa Estratto Fluido
    g 1 = L gtt


    COMPOSIZIONI POPOLARI CON ALETRIS FARINOSA
    MENOPAUSA (DISTURBI)
    E. FAVORENTI L'ATTIVITÀ FITOTERAPICA
    LIQUIRIZIA
    CONTROINDICAZIONI
    NESSUNA CONTROINDICAZIONE ALLE DOSI TERAPEUTICHE NORMALI ECCETTO IPERSENSIBILITA INDIVIDUALE.
    Vedi sul web gli studi sulle proprietà antitumorali per Aletris farinosa L.
    NOTE DI FITOTERAPIA
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    Antagonista della pitocina. Ha attivit estrogenica. La diosgenina uno dei materiali di partenza per la produzione di ormoni steroidei.

    SCHEDA NOTIZIE E VARIE

    PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
    UTILE DA SAPERE
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    PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA

    In virt della loro azione estrogenica alcune piante si dimostrano efficaci nell'impiego terapeutico per le turbe legate a un'insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo isterectomia e ovariectomia, per turbe mestruali della pubert e per alcune manifestazioni fastidiose che caratterizzano la manifestazioni funzionali della menopausa come vampate di calore, turbe dell'umore, secchezza della mucosa vaginale, ecc. e per la sindrome premestruale.
    Alcuni inconvenienti, come per es. le vampate, hanno una stretta relazione con l'ormone ipofisario; altri invece, come prurito, infiammazione pelvica e secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l'utilizzo di queste piante. In questi casi la fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica.
    Le piante estrogeniche e progesterone-like sono: Angelica, Aletris, Erba medica, Salvia, Luppolo, Ginseng, Alchemilla, Verbena, Salsapariglia, Soia, Kudzu, Cimicifuga; l'Ortica ha azione antiandrogena e la Cimicifuga attiva sulla secrezione dell'ormone ipofisario. L'Agnocasto aumenta la produzione dell'ormone luteinizzante, inibisce il rilascio dell'ormone che stimola il follicolo, portando ad uno spostamento del rapporto a favore degli estrogeni rispetto ai gestageni, producendo effetti ormonali utilizzati contro disturbi connessi alla menopausa; inoltre, sperimentalmente, inibisce la secrezione della prolattina, risultando efficace sia nella sindrome premestruale che nella iperprolattinemia.
    Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"; A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"; Fabio Firenzuoli "Le 100 erbe della salute"

    Fitoestrogeni e trattamenti ormonali: legami pericolosi
    Il ricorso ai fitoestrogeni va evitato nelle donne con tumore della mammella e affette da deprivazione ormonale da ormonoterapia.
    Le donne con carcinoma della mammella positivo per i recettori degli estrogeni devono evitare di ricorrere ai fitoestrogeni nel tentativo di ridurre gli effetti da deprivazione ormonale causati dalla ormonoterapia in atto. Il 70% circa dei carcinomi della mammella esprime recettori per gli estrogeni. Questo dato alla base della terapia adiuvante con farmaci che riducono la stimolazione di questi recettori quali il tamoxifene e derivati e gli inibitori delle aromatasi. L'ormonoterapia di per s causa per numerosi effetti collaterali da deprivazione ormonale. I sintomi meno tollerati sono la secchezza delle mucose e la sindrome vasomotoria (le cosiddette vampate), oltre alle manifestazioni legate al lungo trattamento (artralgie, tipicamente causate dagli inibitori delle aromatasi, osteoporosi, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico). Nelle donne in menopausa, diventata popolare l'assunzione di integratori alimentari, contenenti principalmente derivati della soia o del trifoglio rosso, nell'ipotesi che abbiano un'azione di contrasto sui sintomi della menopausa. Gli estratti di queste piante contengono infatti fitoestrogeni, e in particolare isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina dalla soia e biocanina A e formononetina dal trifoglio), sostanze che hanno una blanda azione sia estrogenica sia antiestrogenica. Queste caratteristiche hanno suggerito la loro indicazione anche alle donne in trattamento con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi, suscitando allarme negli oncologi che ritengono tale pratica incongrua e rischiosa. Negli animali di laboratorio si infatti dimostrato uno stimolo dose-dipendente da fitoestrogeni nella crescita di cellule tumorali umane della mammella estrogeno-sensibili (CMF-7) [1]. In modelli analoghi risulta anche abrogata la prevenzione del tamoxifene alla crescita tumorale [2]. A seguito della diffusione di tale pratica sono stati condotti due studi per verificare l'efficacia di integratori a base di soia (90-150 mg/die di isoflavoni) in pazienti sintomatiche per deprivazione ormonale (vampate diurne e notturne) [3,4]. Le pazienti, trattate per carcinoma della mammella e molte in trattamento con tamoxifene o raloxifene, sono state randomizzate in doppio cieco a ricevere il trattamento con isoflavoni o placebo. In nessuno dei due studi si sono rilevate differenze statisticamente significative nella sintomatologia, anche quando stratificate a ricevere tamoxifene. Per cui gli isoflavoni non sembrano ridurre la sintomatologia legata alla terapia ormonale e potrebbero invece avere un'attivit di stimolo sulla crescita tumorale. Secondo alcuni lavori scientifici, le popolazioni asiatiche sarebbero meno esposte al rischio di carcinoma della mammella per l'elevata ingestione di derivati della soia: questa osservazione di difficile interpretazione epidemiologica e non pu essere trasferita alle popolazioni occidentali n ad altri effetti ormonali degli isoflavoni [5,6]. Tali sostanze, quindi, vanno utilizzate con molta cautela da parte delle donne con carcinoma della mammella e solo se con recettori ormonali negativi. I medici che hanno pazienti in trattamento con tamoxifene o inibitori delle aromatasi dovrebbero vigilare e sconsigliare l'uso di prodotti a elevato titolo di fitoestrogeni, anche perch molti degli integratori alimentari in commercio rimandano a siti Internet nei quali sono rivendicati effetti terapeutici non dimostrati, sostenuti con letteratura di parte o mal interpretata.

    Bibliografia: J Nutr 2001;131:2957-62. Cancer Res 2005;65:879-86. J Clin Oncol 2002;15:1449-55. J Clin Oncol 2000;18:1068-74. J Epidemiol 2010;20:83-9. Nutr J 2008;7:17. CDI Palozzo A.C., Falci C., Zovato S. Istituto Oncologico Veneto IRCCS
    BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA
  • Felter HW, Lloyd JU. King's American Dispensatory. Ohio Valley Co; 1898.
  • Osol A, Farrar GE. The Dispensatory of the United States of America. Lippincott; 1955.
  • Foster S, Duke JA. A Field Guide to Medicinal Plants. Houghton Mifflin; 1990.
  • Kapoor LD. Handbook of Ayurvedic Medicinal Plants. CRC Press; 1990.
  • Millspaugh CF. American Medicinal Plants. Dover Publications; 1974.