DESCRIZIONE BOTANICA PIANTA ERBACEA PERENNE, ALTA 30-100 CM. PRESENTA UN RIZOMA CORTO E FIBROSO DA CUI SI SVILUPPA UNA ROSETTA BASALE DI FOGLIE LANCEOLATE (5-20 CM), VERDE CHIARO, CON MARGINE INTERO E SUPERFICIE FARINOSA (DA CUI IL NOME). FUSTO ERETTO, SEMPLICE, ANGOLOSO, RICOPERTO DA UNA CARATTERISTICA PELURIA FARINOSA BIANCASTRA. FIORI TUBULARI BIANCO-CREMA (6-10 MM), CAMPANULATI, RIUNITI IN RACEMI TERMINALI DENSI. PERIGONIO CON 6 LOBI RICURVI, 6 STAMI E OVARIO SUPERO. FRUTTO A CAPSULA OVOIDALE DEISCENTE. FIORITURA DA MAGGIO A LUGLIO. SPECIE DIOICA (PIANTE MASCHILI E FEMMINILI SEPARATE). RADICE AMARA, STORICAMENTE USATA IN MEDICINA TRADIZIONALE COME TONICO E ANTISPASMODICO. DIFFUSA IN NORD AMERICA ORIENTALE IN AMBIENTI UMIDI ACIDI, PROTETTA IN MOLTE AREE PER LA RAREFAZIONE
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____BIANCO
FIORITURA O ANTESI APRILE, MAGGIO, GIUGNO, PRIMAVERA
HABITAT Originaria del Nord America orientale, diffusa dal Canada meridionale alla Florida e al Texas. Cresce in ambienti aperti e soleggiati come prati umidi, paludi, savane di pini, margini boschivi e lande sabbiose, prediligendo terreni acidi, poveri e ben drenati, spesso sabbiosi o ghiaiosi. Presente da 0 a 1.500 metri di altitudine, mostra adattamento sia a zone periodicamente allagate che a terreni xerici. Frequente in associazioni vegetali dei Sarracenio-Droseretea (zone umide acide) e Pinus palustris (savane). Specione eliofila, acidofila e igrofila, sensibile alla competizione con altre erbe alte. La raccolta eccessiva per usi medicinali (rizoma) e la distruzione degli habitat hanno ridotto molte popolazioni, rendendola specie protetta in diversi stati
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025
SCHEDA FITOTERAPIA
PERIODO BALSAMICO (Periodo di raccolta della droga) OTTOBRE, NOVEMBRE, DICEMBRE, AUTUNNO, INIZIO INVERNO
DROGA UTILIZZATA (Parte utilizzata a scopo fitoterapico) RIZOMA BULBOSO CON RADICI RACCOLTE IN AUTUNNO
ODORI DELLA DROGA TERROSO-AMARO CON NOTE MUSCHIATE, LEGGERO AROMA CANFORATO E RETROGUSTO ERBACEO
SAPORI DELLA DROGA AMARO-INTENSO, CANFORATO, RETROGUSTO PERSISTENTE LIEVEMENTE PICCANTE
NOTE DI FITOTERAPIA .....espandi↓
Antagonista della pitocina. Ha attivit estrogenica. La diosgenina uno dei materiali di partenza per la produzione di ormoni steroidei.
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
UTILE DA SAPERE .....espandi↓
PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
In virt della loro azione estrogenica alcune piante si dimostrano efficaci nell'impiego terapeutico per le turbe legate a un'insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo isterectomia e ovariectomia, per turbe mestruali della pubert e per alcune manifestazioni fastidiose che caratterizzano la manifestazioni funzionali della menopausa come vampate di calore, turbe dell'umore, secchezza della mucosa vaginale, ecc. e per la sindrome premestruale.
Alcuni inconvenienti, come per es. le vampate, hanno una stretta relazione con l'ormone ipofisario; altri invece, come prurito, infiammazione pelvica e secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l'utilizzo di queste piante. In questi casi la fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica.
Le piante estrogeniche e progesterone-like sono: Angelica, Aletris, Erba medica, Salvia, Luppolo, Ginseng, Alchemilla, Verbena, Salsapariglia, Soia, Kudzu, Cimicifuga; l'Ortica ha azione antiandrogena e la Cimicifuga attiva sulla secrezione dell'ormone ipofisario. L'Agnocasto aumenta la produzione dell'ormone luteinizzante, inibisce il rilascio dell'ormone che stimola il follicolo, portando ad uno spostamento del rapporto a favore degli estrogeni rispetto ai gestageni, producendo effetti ormonali utilizzati contro disturbi connessi alla menopausa; inoltre, sperimentalmente, inibisce la secrezione della prolattina, risultando efficace sia nella sindrome premestruale che nella iperprolattinemia.
Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"; A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"; Fabio Firenzuoli "Le 100 erbe della salute"
Fitoestrogeni e trattamenti ormonali: legami pericolosi
Il ricorso ai fitoestrogeni va evitato nelle donne con tumore della mammella e affette da deprivazione ormonale da ormonoterapia.
Le donne con carcinoma della mammella positivo per i recettori degli estrogeni devono evitare di ricorrere ai fitoestrogeni nel tentativo di ridurre gli effetti da deprivazione ormonale causati dalla ormonoterapia in atto. Il 70% circa dei carcinomi della mammella esprime recettori per gli estrogeni. Questo dato alla base della terapia adiuvante con farmaci che riducono la stimolazione di questi recettori quali il tamoxifene e derivati e gli inibitori delle aromatasi. L'ormonoterapia di per s causa per numerosi effetti collaterali da deprivazione ormonale. I sintomi meno tollerati sono la secchezza delle mucose e la sindrome vasomotoria (le cosiddette vampate), oltre alle manifestazioni legate al lungo trattamento (artralgie, tipicamente causate dagli inibitori delle aromatasi, osteoporosi, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico). Nelle donne in menopausa, diventata popolare l'assunzione di integratori alimentari, contenenti principalmente derivati della soia o del trifoglio rosso, nell'ipotesi che abbiano un'azione di contrasto sui sintomi della menopausa. Gli estratti di queste piante contengono infatti fitoestrogeni, e in particolare isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina dalla soia e biocanina A e formononetina dal trifoglio), sostanze che hanno una blanda azione sia estrogenica sia antiestrogenica. Queste caratteristiche hanno suggerito la loro indicazione anche alle donne in trattamento con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi, suscitando allarme negli oncologi che ritengono tale pratica incongrua e rischiosa. Negli animali di laboratorio si infatti dimostrato uno stimolo dose-dipendente da fitoestrogeni nella crescita di cellule tumorali umane della mammella estrogeno-sensibili (CMF-7) [1]. In modelli analoghi risulta anche abrogata la prevenzione del tamoxifene alla crescita tumorale [2]. A seguito della diffusione di tale pratica sono stati condotti due studi per verificare l'efficacia di integratori a base di soia (90-150 mg/die di isoflavoni) in pazienti sintomatiche per deprivazione ormonale (vampate diurne e notturne) [3,4]. Le pazienti, trattate per carcinoma della mammella e molte in trattamento con tamoxifene o raloxifene, sono state randomizzate in doppio cieco a ricevere il trattamento con isoflavoni o placebo. In nessuno dei due studi si sono rilevate differenze statisticamente significative nella sintomatologia, anche quando stratificate a ricevere tamoxifene. Per cui gli isoflavoni non sembrano ridurre la sintomatologia legata alla terapia ormonale e potrebbero invece avere un'attivit di stimolo sulla crescita tumorale. Secondo alcuni lavori scientifici, le popolazioni asiatiche sarebbero meno esposte al rischio di carcinoma della mammella per l'elevata ingestione di derivati della soia: questa osservazione di difficile interpretazione epidemiologica e non pu essere trasferita alle popolazioni occidentali n ad altri effetti ormonali degli isoflavoni [5,6]. Tali sostanze, quindi, vanno utilizzate con molta cautela da parte delle donne con carcinoma della mammella e solo se con recettori ormonali negativi. I medici che hanno pazienti in trattamento con tamoxifene o inibitori delle aromatasi dovrebbero vigilare e sconsigliare l'uso di prodotti a elevato titolo di fitoestrogeni, anche perch molti degli integratori alimentari in commercio rimandano a siti Internet nei quali sono rivendicati effetti terapeutici non dimostrati, sostenuti con letteratura di parte o mal interpretata.