ORCHIDEA TERRESTRE CON FUSTO ERETTO E ROBUSTO, SPESSO MACCHIATO DI PORPORA. LE FOGLIE BASALI SONO OBLANCEOLATE O ELLITTICHE, GENERALMENTE MACULATE DI SCURO, E LE FOGLIE CAULINE SONO PIÙ PICCOLE E LANCEOLATE. L'INFIORESCENZA È UNA SPIGA DENSA DI FIORI DI COLORE VARIABILE DAL BIANCO AL ROSA PALLIDO O PORPORA, CON UN LABELLO TRILOBO, IL LOBO MEDIANO PIÙ PICCOLO E SPESSO CON MACCHIE O LINEE SCURE. LO SPERONE È CONICO E CORTO. IL GINOSTEMIO È CORTO CON DUE POLLINII. LE RADICI SONO TUBERCOLI PALMATI, CARATTERISTICI DEL GENERE DACTYLORHIZA.
Cresce in una varietà di habitat umidi e talvolta acidi, come prati umidi, torbiere, brughiere, boschi umidi aperti, margini forestali, radure e pascoli umidi di montagna. Predilige suoli da leggermente acidi a neutri, poveri di nutrienti o moderatamente fertili, che rimangano umidi o bagnati durante gran parte dell'anno. È una specie che si adatta a diverse condizioni di illuminazione, potendo crescere sia in pieno sole che in ombra parziale. La sua distribuzione è ampia in Europa e in alcune parti dell'Asia temperata. Si trova spesso in altitudini variabili, dalle pianure fino alle zone montane e subalpine, a seconda delle condizioni locali di umidità e acidità del suolo. La presenza di una falda acquifera superficiale o di un buon livello di umidità nel terreno è un fattore cruciale per la sua sopravvivenza.
DOPO LA FIORITURA, QUANDO LA PIANTA INIZIA A SECCARE (LUGLIO-SETTEMBRE), FINE ESTATE-INIZIO AUTUNNO
TUBERO ESSICCATO, DA CUI SI RICAVA LA POLVERE DI SALEP
QUASI NULLO, LEGGERMENTE TERROSO O DI FARINA, A SECONDA DELLA PREPARAZIONE
MUCILLAGINOSO, DOLCIASTRO, MA GENERALMENTE BLANDO E POCO PRONUNCIATO
1. Mucillagini e polisaccaridi
Glucomannani (componenti principali del tubero, con proprietà emollienti e protettive),Dattiloglucani (polisaccaridi ad attività immunomodulante)
2. Composti fenolici
Acidi fenolici: Acido gallico, Acido caffeico, Acido clorogenico
Flavonoidi: Quercetina, Kaempferolo
3. Alcaloidi (in tracce)
Alcune orchidee contengono alcaloidi pirrolizidinici, ma in D. maculata non sono ben caratterizzati.
4. Terpenoidi
Fitosteroli (es. beta-sitosterolo), Triterpeni
5. Altri composti
Enzimi proteolitici, Tannini (in quantità minori rispetto ad altre orchidee)
Azione emolliente e protettiva: Il principale effetto della polvere di salep è legato alla sua capacità di formare una sostanza gelatinosa e vischiosa a contatto con l'acqua. Questa sostanza riveste e protegge le mucose irritate del tratto gastrointestinale.
Azione antidiarrroica: Grazie alla sua azione emolliente e alla capacità di assorbire l'eccesso di liquidi nel tratto intestinale, il salep è indicato per la gestione di episodi diarroici lievi.
Supporto nutrizionale: La polvere è ricca di amidi, minerali e oligoelementi.
Indicazioni: Tradizionalmente impiegata come tonico nutriente e ricostituente, specialmente per persone convalescenti o debilitate.
OSTRUZIONI INTESTINALI (COMPLETE O PARZIALI), OCCLUSIONE INTESTINALE, STENOSI ESOFAGEA, STENOSI PILORICA, MEGACOLON (IL SALEP, ESSENDO RICCO DI MUCILLAGINI CHE ASSORBONO ACQUA, POTREBBE PEGGIORARE TALI CONDIZIONI), IPERSENSIBILITÀ NOTA AL SALEP O AI SUOI COMPONENTI. L'USO IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO NON PRESENTA SPECIFICHE CONTROINDICAZIONI NOTE DATA LA SUA SICUREZZA, MA COME PER OGNI INTEGRATORE, SI CONSIGLIA CAUTELA E CONSULTO MEDICO.
ASSICURARE UN'ADEGUATA ASSUNZIONE DI LIQUIDI QUANDO SI CONSUMA IL SALEP, POICHÉ LE MUCILLAGINI ASSORBONO MOLTA ACQUA E UNA SCARSA IDRATAZIONE POTREBBE PORTARE A UN PEGGIORAMENTO DELLA STIPSI O, IN RARI CASI, A UNA SENSAZIONE DI BLOCCO ESOFAGEO O INTESTINALE, DISTANZIARE L'ASSUNZIONE DEL SALEP DA QUELLA DI FARMACI O ALTRI INTEGRATORI (ALMENO 1-2 ORE), IN QUANTO LE MUCILLAGINI POSSONO RIDURRE L'ASSORBIMENTO DI PRINCIPI ATTIVI, IN SOGGETTI PREDISPOSTI, IL CONSUMO ECCESSIVO DI FIBRE E MUCILLAGINI PUÒ CAUSARE GONFIORE ADDOMINALE, FLATULENZA O LIEVI CRAMPI, IN QUESTO CASO RIDURRE LA DOSE, SE I SINTOMI PERSISTONO O PEGGIORANO, CONSULTARE UN MEDICO O UN PROFESSIONISTA SANITARIO, L'USO DEL SALEP IN SOGGETTI DIABETICI NON DOVREBBE ALTERARE SIGNIFICATIVAMENTE LA GLICEMIA, MA È SEMPRE CONSIGLIABILE MONITORARLA IN CASO DI USO REGOLARE DI GRANDI QUANTITÀ, A SCOPO PRECAUZIONALE.
Standardizzazione: A differenza di altri estratti vegetali, il salep non ha una titolazione standard per un singolo composto chimico. La sua "standardizzazione" è funzionale, ovvero si basa sulla sua capacità di addensare i liquidi e formare una gelatina protettiva. I prodotti di alta qualità sono solitamente polveri fini, di colore chiaro, prive di impurità.
Posologia: La polvere di salep viene tradizionalmente sciolta in liquidi caldi per formare una bevanda densa. Il dosaggio tipico è di 3-5 grammi al giorno, sciolti in acqua calda o latte. Per l'uso fitoterapico, questa dose può essere suddivisa in più assunzioni nel corso della giornata.
È essenziale non superare la posologia consigliata, poiché un'assunzione eccessiva può causare una sensazione di pesantezza e sazietà dovuta all'alta viscosità del preparato.
Bibliografia
Organizzazione Mondiale della Sanità. WHO Monographs on Selected Medicinal Plants.
The American Botanical Council.
Journal of Medicinal Plants Research.
Phytomedicine: International Journal of Phytotherapy and Phytopharmacology.
National Center for Biotechnology Information (NCBI).
La formulazione principale è la bevanda calda a base di polvere di salep, che permette alle mucillagini di gonfiarsi e creare un gel protettivo.
Preparazione: Sciogli 3-5 grammi di polvere di salep in una piccola quantità di liquido freddo (acqua o latte) per evitare la formazione di grumi. Aggiungi il resto del liquido, porta a ebollizione e cuoci a fuoco basso, mescolando continuamente, finché il composto non si addensa. La bevanda viene solitamente insaporita con cannella, zenzero o chiodi di garofano.
Posologia: Si consiglia di consumare una o due tazze al giorno per trarre beneficio dalle sue proprietà emollienti e lenitive, specialmente in caso di irritazioni del tratto digestivo o della gola.
L'uso di questa formulazione è supportato dalla sua capacità di rivestire le mucose, offrendo un'azione protettiva e calmante.
Bibliografia
Organizzazione Mondiale della Sanità. WHO Monographs on Selected Medicinal Plants.
The American Botanical Council.
Journal of Medicinal Plants Research.
Phytomedicine: International Journal of Phytotherapy and Phytopharmacology.
National Center for Biotechnology Information (NCBI).
Consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi preparato
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
La bevanda salep: Questa è la sua applicazione più famosa. Il salep è il componente base di una bevanda calda, densa e vellutata, tipica della Turchia e di altre regioni del Medio Oriente. La polvere di salep viene sciolta in acqua o latte e scaldata, creando una consistenza cremosa grazie all'alto contenuto di mucillagini e amido. Viene spesso servita con una spolverata di cannella o zenzero.
Addensante naturale: Grazie alla sua capacità di addensare i liquidi, il salep viene usato in cucina come addensante per budini, creme e gelati. Aggiunge una consistenza unica e una leggera nota dolce, rendendo le preparazioni più vellutate.
Componente nutrizionale: Oltre alle sue proprietà addensanti, il salep era storicamente impiegato come alimento nutriente, specialmente per bambini e persone convalescenti, grazie al suo apporto di amido e minerali.
PIANTE PER LE DISFUNZIONI SESSUALI
Ma cos'è un afrodisiaco?...
A questa domanda, secondo una ricerca condotta in Francia nel 1990, la maggior parte degli uomini ha risposto che le sostanze afrodisiache servono ad aumentare la perfomance sessuale, mentre per la maggior parte delle donne servono ad aumentare il desiderio. Qualcuno infine pensa che aumentino il piacere. Anche se differenti, ciò che accomuna queste risposte è la ricerca del plus jouir. La pianta ideale per il suo potere afrodisiaco sarebbe quindi quella in grado di favorire il ciclo dell'amore: desiderio, seduzione e realizzazione del piacere. Il desiderio, ad esempio, è risvegliato in noi attraverso i sensi, e l'olfatto indubbiamente gioca un ruolo molto importante. Molte sostanze, da sempre considerate come afrodisiache, lo sono innanzitutto per il loro odore: pepe, tabacco, vaniglia, ylang-ylang, zenzero, zafferano, vetiver, cannella, geranio.
Fra le piante che sono considerate afrodisiache per eccellenza meritano di essere segnalate: Eleuterococco, Damiana, Ginseng, Catuaba, Suma, Epimedium, Salvia, Rosmarino, Santoreggia, Menta, Guaranà, Zenzero, ecc.
Per l'azione antiastenica, infine, si ricordano: alghe (Fucus, Laminarie), bevande eccitanti (Caffè, Tè, Mate), bevande toniche come la Rosa cherokee, cereali, frutta fresca, frutta secca, verdure (Carota, Cicoria, Crescione, Spinaci) ecc. La fitoterapia pertanto, anche se non in chiave miracolistica, può offrire un valido ausilio, con un miglioramento notevole dei sintomi, soprattutto se inserita in una strategia di trattamento più generale. Le piante da sole infatti non sono in grado di migliorare la sessualità di una coppia che ha occultato la propria seduzione o che, comunque, non riesce più a comunicare: per entrare nel ciclo del piacere, infatti, bisogna poter comunicare".
Ma ora classifichiamo le piante afrodisiache in:
a) afrodisiaci spinali sacrali, quando stimolano il centro parasimpatico sacrale che controlla il meccanismo dell'erezione (Damiana, Ginseng, Yohimbehe, Noce vomica);
b) afrodisiaci riflessogeni genito-urinari, quando agiscono con azione irritante delle vie urinarie e genitali che, per riflesso, esercitano una esaltazione del centro dell'erezione (Echinacea);
c) afrodisiaci encefalici o psicogeni, quando agiscono sui centri nervosi encafalici provocando lo stimolo dell'appetito sessuale (gli eccitanti del sistema nervoso centrale).
Gli anafrodisiaci che, invece, calmano un appetito sessuale troppo intenso ed eccessivo, sintomo anch'esso di squilibrio della sfera sessuale, sono: Salice bianco, Ninfea, Luppolo e Lattuga virosa.
[Tratto da:
[Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"]
[A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"]
[Marzio Pedretti "L'erborista moderno"]
Il Dactylorhiza maculata, noto come orchidea maculata, è una pianta affascinante la cui storia è profondamente legata a una bevanda antica e alla sua peculiare radice.
Storia e cultura
La polvere di salep: Il tubero essiccato e polverizzato del Dactylorhiza maculata, insieme a quello di altre orchidee del genere Orchis, è l'ingrediente principale del salep, una bevanda calda, densa e zuccherina che fu molto popolare nell'Impero Ottomano e che è ancora oggi consumata in Turchia e in altre parti del Medio Oriente. Il termine stesso "salep" deriva dall'arabo e significa "testicoli di volpe", in riferimento alla forma dei tuberi.
Simbolo di longevità: Nell'antica Roma, la pianta era associata alla fertilità e alla longevità. I tuberi venivano usati come tonico per il loro valore nutritivo, che la rendeva un alimento ricostituente per malati e convalescenti.
Curiosità e conservazione
Un'orchidea atipica: A differenza della maggior parte delle orchidee, coltivate per la bellezza dei loro fiori, le Dactylorhiza maculata sono note principalmente per le loro radici. È una delle poche specie di orchidee a essere stata sfruttata per scopi alimentari e medicinali.
Pianta protetta: A causa dell'elevata richiesta per la produzione del salep, la raccolta selvaggia di queste orchidee ha portato a una forte riduzione delle popolazioni. Per questo motivo, oggi in molti paesi europei il Dactylorhiza maculata e altre specie simili sono protette e la loro raccolta in natura è vietata. La maggior parte del salep in commercio oggi è prodotta da amido di mais o altre farine.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Blinova, K. F., et al. (2001). Medicinal plants of the family Orchidaceae in traditional and modern medicine: A review. Journal of Herbal Pharmacotherapy, 1(2), 21-47.
Telekia, A., et al. (2014). Phytochemical screening and biological activity of Dactylorhiza species (Orchidaceae). Natural Product Research, 28(18), 1489-1494.
Hossain, M. M. (2011). Therapeutic orchids: Traditional uses and recent advances—An overview. Fitoterapia, 82(2), 102-140.
Pant, B. (2013). Medicinal orchids and their uses: Tissue culture a potential alternative for conservation. African Journal of Plant Science, 7(10), 448-467.
Jersáková, J., et al. (2006). Biological significance of floral mimicry in orchid pollination. Biological Reviews, 81(2), 219-235. (Include riferimenti ai metaboliti secondari nelle orchidee).