NOMI POPOLARI espandi ⇩ riduci ⇧
Ginko, Maidenhair tree, Ginkgo tree, Fossil Tree, Icho, Arvore de quarenta escudos, Arbol De Oro, Arbre Aux Mille écus, Arbre Aux Quarante écus, Arbre Fossile, Arbre Sacré Des Temples D´asie, Ginkgo Biloba, Noyer Du Japon, Nogueira-do-Japão, Ginkgobaum, Gingo, Vrekboom, Mabad Ag, Bai Guo, Yin Xing, Jinan Dvoulalocný, Tempeltræ, Japanse Notenboom, Tempelboom, Waaierboom, Chinesischer Tempelbaum, Elefantenohrbaum, Entenfußbaum, Fächerbaum, Fächerblattbaum, Frauenhaarbaum, Ginkgo, Ginkgobaum, Goethebaum, Goldfruchtbaum, Großvater-Enkel-Baum, Japanischer Nußbaum, Japanischer Tempelbaum, Mädchenhaarbaum, Silberaprikose, Silberpflaume, Tempelbaum, Weiße Frucht, Neidonhiuspuu, Temppelipuu, Gkingko, Balkuwari, Páfrányfenyõ, Musteristré, Musterisviður, Gin Kyo, Ginkyo, Icho, Ichou, Eun-Haeng-Na-Mu, Haeng-Ja-Mok, Miorzb Chiski, Miorzb Dwudzielny, Miorzb Dwuklapowy, Miorzb Japoski, árbol De Las Pagodas, Tempelträd
SINONIMI BOTANICI espandi ⇩ riduci ⇧
Ginkgo Macrophylla K.Koch, Ginkgo Biloba Var. Aurea (J.Nelson) Beissn., Ginkgo Biloba Var. Fastigiata (A.Henry) Rehder, Ginkgo Biloba Var. Lacinia (Van Geert) Carrière, Ginkgo Biloba Var. Pendula (Van Geert) Carrière, Ginkgo Biloba Var. Variegata (A.Henry) Carrière, Ginkgo Biloba F. Fastigiata (A.Henry) Rehder, Ginkgo Biloba F. Pendula (Van Geert) Schelle, Ginkgo Biloba F. Variegata (A.Henry) Rehder, Salisburia Adiantifolia Sm., Salisburia Biloba (L.) Hoffmanns., Salisburia Macrophylla Reyn., Pterophyllus Salisburiensis J.Nelson.
DESCRIZIONE BOTANICA espandi ⇩ riduci ⇧
ALBERO DECIDUO DI GRANDI DIMENSIONI CON UNA CHIOMA ESPANSA E IRREGOLARE E UN TRONCO ROBUSTO CON CORTECCIA GRIGIO-BRUNASTRA PROFONDAMENTE FESSURATA NEGLI ESEMPLARI MATURI. LE FOGLIE SONO UNICHE, A FORMA DI VENTAGLIO CON NERVATURE DICOTOMICHE, LUNGHE E STRETTE, SPESSO BILOBATE, DI COLORE VERDE BRILLANTE CHE VIRA AL GIALLO DORATO IN AUTUNNO. È UNA SPECIE DIOICA. I FIORI MASCHILI SONO AMENTI PENDULI CHE RILASCIANO POLLINE. GLI OVULI FEMMINILI SONO PORTATI SU BREVI PEDUNCOLI E DOPO LA FECONDAZIONE SI SVILUPPANO IN SEMI CARNOSI DI COLORE GIALLO-ARANCIO CON UN GUSCIO INTERNO DURO. I SEMI HANNO UN ODORE SGRADEVOLE A MATURAZIONE.
HABITAT espandi ⇩ riduci ⇧
In natura, la sua presenza è oggi limitata a piccole aree della Cina orientale, in particolare nelle province di Guizhou e Zhejiang, dove cresce in foreste miste decidue e su pendii montuosi umidi e ben drenati, spesso su suoli calcarei o sabbiosi. Tuttavia, a causa della sua lunga storia di coltivazione, è difficile determinare con precisione il suo habitat originario. Il Ginkgo biloba è ampiamente coltivato in tutto il mondo come albero ornamentale in parchi e giardini, e si adatta a una vasta gamma di condizioni climatiche e tipi di suolo, purché ben drenati. Tolera l'inquinamento atmosferico e lo stress urbano, il che lo rende una scelta popolare per l'arboricoltura urbana. La sua resilienza e la sua capacità di prosperare in ambienti diversi riflettono la sua lunga storia evolutiva.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025
SCHEDA FITOTERAPIA
DROGA UTILIZZATA (Parte utilizzata a scopo fitoterapico) FOGLIE
I ginkgolidi e il bilobalide sono composti esclusivi del Ginkgo.
La composizione varia in base alla stagione di raccolta.
Gli acidi ginkgolici sono considerati potenziali allergeni.
ESTRATTI E INTEGRATORI STANDARDIZZATI espandi ⇩ riduci ⇧
Ginkgo Estratto standardizzato
Viene estratto dalle foglie. titolato in flavonoidi (24%). derivati triterpenici (6%)e purificato da acidi ginkgolici.
Rappresenta la forma corretta a fini preventivi e curativi in fitoterapia.
100-300 mg al giorno
Ginkgo Tintura Madre
Forma estrattiva impropria non garantita in concentrazione e qualità di principi attivi.
Preparata dalla foglia fresca tit.alcol.65°
XXX gtt 1-3 volte al giorno
CONTROINDICAZIONI CONTROINDICATO NELLE TURBE DELLA COAGULAZIONE: SOMMINISTRARE SOTTO CONTROLLO MEDICO A PAZIENTI IN TERAPIA ANTICOAGULANTE O ANTIAGGREGANTE PIASTRINICA, A EPATOPATICI, IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO. POTREBBE DAR LUOGO A MANIFESTAZIONI ALLERGICHE IN SOGGETTI PREDISPOSTI.
AVVERTENZE CON L'IMPIEGO DI ESTRATTI NON PURIFICATI E AD ALTI DOSAGGI SI POSSONO DETERMINARE DISTURBI A CARICO DELL'APPARATO DIGERENTE, CON NAUSEA, VOMITO, DIARREA E CEFALEA, SPECIE PER ASSUNZIONE DEL FRUTTO.
INTERAZIONI AVVERSE O INCOMPATIBILITA FARMACOLOGICHE
ASPIRINA
FARMACI ANTICOAGULANTI
PAPAVERINA
WARFARIN
NOTE DI FITOTERAPIA espandi ⇩ riduci ⇧
I glucosidi flavonoidici e i derivati terpenici del Ginkgo hanno proprietà microvascolari e nootrope che agiscono con meccanismi complessi: riduzione degli spasmi arteriolari e miglioramento della microcircolazione - miglioramento dello scambio ossigeno/glucosio con i tessuti, effetto antiossidante, inibizione del PAF - fattore di aggregazione piastrinica, antagonismo con reazioni da malattie allergiche, infiammatorie ed immunologiche.
"La Ginkgo biloba è una delle piante medicinali più utilizzate nel mondo, sia per disturbi cardio e cerebrovascolari sia per la cefalea. Nota da sempre è l'attività antiaggregante dei suoi derivati terpenici presenti nelle foglie. Da questo la raccomandazione di non associare le due sostanze per il rischio di emorragie, e tali avvertenze sono pure obbligatorie sulle confezioni dei prodotti a base di Ginkgo.
Ebbene i ricercatori giapponesi hanno condotto questo lavoro per studiare invece gli effetti della Ginkgo sul metabolismo del warfarin e, nei test condotti su topi l'estratto di Ginkgo ha invece dimostrato di aumentare l'attività del Citocromo P450 che metabolizza il farmaco, con la conseguente riduzione della attività del warfarin, cui consegue un aumento del rischio di trombosi. Esattamente il contrario di quanto ritenuto fin ora.
Conclusioni pratiche: la complessità delle interazioni erbe-farmaci rimane tale e quale, se non forse amplificata, ma il rischio clinico di emorragie dalla associazione tra Ginkgo e warfarin viene con questo lavoro messo in seria discussione, anche se si tratta di una ricerca condotta su animali. Del resto, salvo eccezioni, molte delle interazioni tra erbe e farmaci, tanto paventate, sono in realtà solo teoriche o ipotetiche, o vere solo nei modelli sperimentali, senza rilevanza clinica. Rimane peraltro l'avviso di estrema cautela quando si debba necessariamente associare un fitoterapico ad una terapia farmacologica, per la imprevedibilità delle risposte. E mai senza il consiglio o la prescrizione di un medico."
Fabio Firenzuoli
Centro di Medicina Integrativa, Careggi
Dipartimento di Farmacologia Università di Firenze
UTILE DA SAPERE espandi ⇩ riduci ⇧
PIANTE PER LE DISFUNZIONI SESSUALI
Ma cos'è un afrodisiaco?...
A questa domanda, secondo una ricerca condotta in Francia nel 1990, la maggior parte degli uomini ha risposto che le sostanze afrodisiache servono ad aumentare la perfomance sessuale, mentre per la maggior parte delle donne servono ad aumentare il desiderio. Qualcuno infine pensa che aumentino il piacere. Anche se differenti, ciò che accomuna queste risposte è la ricerca del plus jouir. La pianta ideale per il suo potere afrodisiaco sarebbe quindi quella in grado di favorire il ciclo dell'amore: desiderio, seduzione e realizzazione del piacere. Il desiderio, ad esempio, è risvegliato in noi attraverso i sensi, e l'olfatto indubbiamente gioca un ruolo molto importante. Molte sostanze, da sempre considerate come afrodisiache, lo sono innanzitutto per il loro odore: pepe, tabacco, vaniglia, ylang-ylang, zenzero, zafferano, vetiver, cannella, geranio.
Fra le piante che sono considerate afrodisiache per eccellenza meritano di essere segnalate: Eleuterococco, Damiana, Ginseng, Catuaba, Suma, Epimedium, Salvia, Rosmarino, Santoreggia, Menta, Guaranà, Zenzero, ecc.
Per l'azione antiastenica, infine, si ricordano: alghe (Fucus, Laminarie), bevande eccitanti (Caffè, Tè, Mate), bevande toniche come la Rosa cherokee, cereali, frutta fresca, frutta secca, verdure (Carota, Cicoria, Crescione, Spinaci) ecc. La fitoterapia pertanto, anche se non in chiave miracolistica, può offrire un valido ausilio, con un miglioramento notevole dei sintomi, soprattutto se inserita in una strategia di trattamento più generale. Le piante da sole infatti non sono in grado di migliorare la sessualità di una coppia che ha occultato la propria seduzione o che, comunque, non riesce più a comunicare: per entrare nel ciclo del piacere, infatti, bisogna poter comunicare".
Ma ora classifichiamo le piante afrodisiache in:
a) afrodisiaci spinali sacrali, quando stimolano il centro parasimpatico sacrale che controlla il meccanismo dell'erezione (Damiana, Ginseng, Yohimbehe, Noce vomica);
b) afrodisiaci riflessogeni genito-urinari, quando agiscono con azione irritante delle vie urinarie e genitali che, per riflesso, esercitano una esaltazione del centro dell'erezione (Echinacea);
c) afrodisiaci encefalici o psicogeni, quando agiscono sui centri nervosi encafalici provocando lo stimolo dell'appetito sessuale (gli eccitanti del sistema nervoso centrale).
Gli anafrodisiaci che, invece, calmano un appetito sessuale troppo intenso ed eccessivo, sintomo anch'esso di squilibrio della sfera sessuale, sono: Salice bianco, Ninfea, Luppolo e Lattuga virosa.
[Tratto da:
[Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"]
[A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"]
[Marzio Pedretti "L'erborista moderno"]
NOTE VARIE E STORICHE espandi ⇩ riduci ⇧
Il nome 'biloba', derivato dal latino bis e lobus è un riferimento alla forma delle foglie divise in due lobi. Il Ginkgo è una pianta dioica ovvero ha i fiori maschili e femminili su individui diversi. L´albero maschile è più ornamentale. Fu importata dall´oriente a metà ´700. È molto resistente a siccità, freddo e inquinamento atmosferico. Viene utilizzato soprattutto come pianta ornamentale ed è considerata una 'pianta fossile' in quanto era già presente quando sulla terra si trovavano solo felci ed equiseti ed è rimasto unico genere della sua specie.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA
van Beek, T.A. (2002). Chemical analysis of Ginkgo biloba leaves and extracts. Journal of Chromatography A, 967(1), 21-55.
Singh, B., Kaur, P., Gopichand, et al. (2008). Biology and chemistry of Ginkgo biloba. Fitoterapia, 79(6), 401-418.
Sticher, O. (1993). Quality of Ginkgo preparations. Planta Medica, 59(1), 2-11.
Drieu, K. (1986). Preparation and definition of Ginkgo biloba extract. Presse Medicale, 15(31), 1455-7.
Mahadevan, S., Park, Y. (2008). Multifaceted therapeutic benefits of Ginkgo biloba L. Journal of Food Science, 73(9), R114-9.