EFFICACIA DIPENDENTE DALLE SPECIFICHE E DALLE FORME TERAPEUTICHE !!
SCHEDA BOTANICA
Dominio: Eukaryota (Con cellule dotate di nucleo) Regno: Plantae Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari) Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi) Divisione: Angiospermae o Magnoliophyta (Piante con fiori) Classe: Magnoliopsida (Dicotiledoni) Sottoclasse: Asteridae Ordine: Asterales Famiglia: Sottofamiglia: Carduoideae Tribù: Cardueae Sottotribù: Carduinae
Cardo di S. Maria, Cardo lattato, Gardo santo, Latte di Maria, Card d´le maccie, Cardo asinino, Cardo macchiato, Cardo Santa Maria, Erba del latte, Carduni, Cocas, Battilana, Cardalana, Maganazzi, Mianu, Brentedda, Cardu tuva, Cima de cardu, Milk thistle, Blessed milk-thistle, St. Mary´ thistle, Holy thistle, Lady´s thistle, Variegated thistle, Chardon marie, Kenguel seed
Carduus Lactifolius Stokes, Carduus Mariae Crantz, Carduus Marianus L., Carduus Versicolor Salisb., Carthamus Maculatus (Scop.) Lam., Centaurea Dalmatica Fraas, Cirsium Maculatum Scop., Mariacantha Maculosa Bubani, Mariana Lactea Hill, Mariana Mariana (L.) Hill, Marianus Marianus (L.) Hill, Silybum Intermedium Willk., Silybum Leucanthum Jord. & Fourr., Silybum Maculatum (Scop.) Moench, Silybum Mariae (Crantz) A.Gray, Silybum Mariae Var. Unicolor Gray, Silybum Marianum Subsp. Anatolicum Meriçli, Silybum Marianum Var. Albiflorum Eig, Silybum Marianum Var. Longispinum Lamotte, Silybum Marianum Var. Marianum, Silybum Pygmaeum Cass.
PIANTA ERBACEA BIENNALE ALTA FINO A 120 CM, GLABRA MA RICCA DI SPINE CON GRANDE ROSA DI FOGLIE BASALI MACCHIATE DI BIANCO, PICCIOLATE, DIVISE IN LOBI MUNITI DI UNA SPINA ALL'APICE. GRANDI CAPOLINI SOLITARI DI 6 CM FORMATI DA FIORI TUBULOSI PURPUREI CHE PRODUCONO ACHENI CON PAPPO SETOLOSO E BIANCO.
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____VIOLETTO
MAGGIO, GIUGNO, LUGLIO, AGOSTO, PRIMAVERA, ESTATE
Originario della regione mediterranea, ma si è ampiamente naturalizzato in molte altre parti del mondo, tra cui Nord e Sud America, Australia e Nuova Zelanda. Cresce tipicamente in luoghi asciutti e soleggiati, spesso in terreni disturbati o marginali come bordi di strade, campi incolti, pascoli secchi, discariche e aree ruderali. Predilige suoli ben drenati, da argillosi a sabbiosi, e tollera condizioni di suolo povero e secco. Si adatta a climi temperati e mediterranei, con estati calde e secche e inverni miti. La si può trovare dal livello del mare fino a circa 600 metri di altitudine. La sua capacità di prosperare in condizioni difficili e di produrre un gran numero di semi ne favorisce la diffusione in nuovi ambienti.
SEMI (FRUTTI) A FINE ESTATE (AGOSTO-SETTEMBRE) E FOGLIE IN PRIMAVERA
FRUTTI MATURI ESSICCATI (SPESSO CHIAMATI IMPROPRIAMENTE "SEMI") E FOGLIE
I FRUTTI APPENA MACINATI HANNO UN AROMA CHE VIENE DESCRITTO COME GRADEVOLMENTE SIMILE A QUELLO DEL CACAO; FOGLIE: ERBACEE-AMARE, CON LIEVE NOTA LATTEA
FRUTTI: LEGGERMENTE AMARO E OLEOSO. AL PALATO, SI PERCEPISCE UNA NOTA AMARICANTE TIPICA DI MOLTI PRINCIPI ATTIVI VEGETALI, ACCOMPAGNATA DA UNA SENSAZIONE OLEOSA DATA DALL'ALTO CONTENUTO DI ACIDI GRASSI. FOGLIE: AMARO-ASTRINGENTI, CON RETROGUSTO TANNICO
Note e Bibliografia relativa a proprietà e indicazioni
Abenavoli, L., Capasso, R., Milic, N., & Capasso, F. (2010). Milk thistle in liver diseases: past, present, future. Phytotherapy Research, 24(10), 1423-1432.
Bijak, M. (2017). Silybin, a major bioactive component of milk thistle (Silybum marianum L. Gaernt.) - Chemistry, bioavailability, and metabolism. Molecules, 22(11), 1942.
Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC) (2020). European Union herbal monograph on Silybum marianum (L.) Gaertn., fructus. European Medicines Agency.
de Avelar, C. R., Pereira, E. M., de Farias Costa, P. R., de Jesus, R. P., & de Oliveira, L. P. M. (2023). Effect of silymarin on biochemical indicators in patients with liver disease: Systematic review and meta-analysis. World Journal of Gastroenterology, 29(30), 4694-4716.
Eita, A. A. B. (2024). Milk thistle (Silybum marianum (L.) Gaertn.): An overview about its pharmacology and medicinal uses with an emphasis on oral diseases. ScienceDirect.
Karimzadeh, S., et al. (2024). Therapeutic potentials of milk thistle (Silybum marianum) in oncology: A review. Iranian Journal of Basic Medical Sciences, 25(10), 1166-1176.
Pferschy-Wenzig, E. M., et al. (2023). Identification of novel flavonolignans from Silybum marianum fruits and their contribution to the overall hepatoprotective activity. Journal of Natural Products, 86(5), 1329-1341.
Siegel, A. B., & Stebbing, J. (2013). Milk thistle: early seeds of potential. The Lancet Oncology, 14(10), 929-930.
1. Estratti Secchi Titolati in Silimarina (Forma più comune)
Gli estratti secchi sono la forma più studiata e diffusa. Vengono ottenuti principalmente dai frutti (acheni) della pianta e sono standardizzati per garantire un contenuto costante e noto del principio attivo, tipicamente la silimarina (calcolata come silibina). La titolazione è fondamentale per assicurare efficacia e riproducibilità degli effetti terapeutici.
Standardizzazione: Questi estratti sono solitamente titolati al 70-80% in silimarina. Ciò significa che in ogni capsula o compressa è garantita la presenza di quella specifica percentuale del complesso di flavonolignani attivi.
Forme disponibili: Capsule, compresse o opercoli.
Posologia generale:
Supporto epatico generico e disintossicazione: Il dosaggio comune varia da 140 mg a 210 mg di silimarina al giorno, suddivisi in 2-3 assunzioni durante la giornata, preferibilmente ai pasti.
Condizioni epatiche specifiche (es. steatosi epatica non alcolica - NAFLD, epatite alcolica, supporto in chemioterapia): Gli studi clinici utilizzano spesso dosaggi più elevati, compresi tra 240 mg e 600 mg di silimarina al giorno, sempre frazionati. L'uso a questi dosaggi deve avvenire sotto stretto controllo medico.
Considerazioni: La biodisponibilità della silimarina in forma libera è relativamente bassa a causa del suo scarso assorbimento intestinale.
2. Formulazioni ad Alta Biodisponibilità
Per ovviare al problema della bassa biodisponibilità, sono state sviluppate tecnologie avanzate che ottimizzano l'assorbimento dei principi attivi.
Complessi con Fosfatidilcolina (es. Siliphos®):
Descrizione: La silibina (il componente più attivo della silimarina) viene complessata con fosfatidilcolina, un fosfolipide che ne migliora significativamente l'assorbimento intestinale e l'incorporazione nelle membrane cellulari epatiche.
Vantaggio: Permette di utilizzare dosaggi più bassi ottenendo efficacia paragonabile o superiore agli estratti standard.
Posologia: Tipicamente, 100-150 mg di complesso attivo al giorno, suddivisi in due assunzioni. Seguire le indicazioni specifiche del produttore.
Estratti microincapsulati o con vettori (es. Eurosil 85®):
Descrizione: Tecnologie di formulazione (come l'associazione con glicina o vitamina E) che aumentano la solubilità, la stabilità e quindi la biodisponibilità della silimarina.
Posologia: Il dosaggio può variare in base alla specifica formulazione. Generalmente si assestano su 100-200 mg di estratto ad alta biodisponibilità al giorno.
3. Tintura Madre
La tintura madre è un preparato idroalcolico che estrae sia i componenti idrosolubili che quelli liposolubili della pianta. Tuttavia, non essendo titolata, il suo contenuto in silimarina può variare notevolmente.
Preparazione: Rapporto droga/solvente (di solito etanolo a 60-65% vol.) di 1:10.
Posologia: La posologia standard è di 30-40 gocce, diluite in poca acqua, 2-3 volte al giorno.
Considerazioni: Sebbene tradizionalmente utilizzata, non è la forma d'elezione per un'azione terapeutica epatoprotettiva intensiva a causa della non standardizzazione in silimarina e della presenza di alcol. Più indicata per lievi disturbi dispeptici.
4. Estratto Fluido
L'estratto fluido è un preparato liquido concentrato, simile alla tintura madre ma generalmente più standardizzato.
Standardizzazione: Può essere titolato (es. estratto fluido 1:1, solvente di estrazione etanolo 60%).
Posologia: Si assume di solito in quantità di 30-60 ml a settimana, suddivisi in dosi giornaliere. 2-4 ml al giorno sono una posologia comune.
Qualità e Standardizzazione: Scegliere sempre prodotti di qualità da produttori affidabili che garantiscano la standardizzazione e titolazione in principi attivi. Controllare l'etichetta per il contenuto in silimarina.
Interazioni Farmacologiche: Il cardo mariano può interferire con il metabolismo di numerosi farmaci (es. metabolizzati dal CYP2C9 e CYP3A4). Informare sempre il medico di eventuali assunzioni.
Controindicazioni: Ipersensibilità al cardo mariano o alle Asteraceae; ostruzione delle vie biliari (es. calcoli); cautela in pazienti ipertesi (per la presenza di tiramina) e in gravidanza/allattamento.
Effetti Collaterali: Generalmente ben tollerato. Gli effetti avversi più comuni sono lievi disturbi gastrointestinali (nausea, diarrea, dispepsia). Raramente, possono verificarsi mal di testa o reazioni allergiche.
Bibliografia
Abenavoli, L., Capasso, R., Milic, N., & Capasso, F. (2010). Milk thistle in liver diseases: past, present, future. Phytotherapy Research.
Bijak, M. (2017). Silybin, a major bioactive component of milk thistle (Silybum marianum L. Gaernt.) - Chemistry, bioavailability, and metabolism. Molecules.
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de Avelar, C. R., Pereira, E. M., de Farias Costa, P. R., de Jesus, R. P., & de Oliveira, L. P. M. (2023). Effect of silymarin on biochemical indicators in patients with liver disease: Systematic review and meta-analysis. World Journal of Gastroenterology.
Di Sotto, A. (2023). Il cardo mariano: detossificante per il fegato e non solo… Società Italiana di Farmacologia.
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Pferschy-Wenzig, E. M., et al. (2023). Identification of novel flavonolignans from Silybum marianum fruits and their contribution to the overall hepatoprotective activity. Journal of Natural Products.
Siegel, A. B., & Stebbing, J. (2013). Milk thistle: early seeds of potential. The Lancet Oncology.
Tisane e Decotti
Sebbene siano il metodo tradizionale, le tisane sono poco efficaci per l'estrazione della silimarina, che è scarsamente idrosolubile. Sono più indicate per sfruttare le proprietà digestive e amaro-toniche delle altre componenti.
Preparazione:
Frutti interi o schiacciati: Utilizzare 3-5 grammi di droga per tazza (200-250 ml) di acqua bollente. Lasciare in infusione per 10-15 minuti.
Decotto: Per una migliore estrazione, alcuni consigliano di macinare leggermente i frutti, lasciarli a bagno in acqua fredda per una notte e poi farli bollire per 15 minuti.
Posologia: Fino a 2-3 tazze al giorno, dopo i pasti.
Considerazioni: L'effetto epatoprotettivo è minimo rispetto alle preparazioni standardizzate.
Tisane a Base di Cardo Mariano
Le tisane rappresentano uno dei metodi tradizionali più diffusi per assumere il cardo mariano. Tuttavia, è importante notare che i principi attivi più preziosi, come la silimarina, hanno una scarsa solubilità in acqua. Ciò significa che l'infusione in acqua calda non è il metodo più efficace per estrarre e assumere questi composti. Nonostante questo, le tisane possono essere utili per sfruttare altre proprietà della pianta, come quelle digestive e amaro-toniche.
Preparazione:
Utilizzare circa 3-5 grammi di frutti secchi (spesso erroneamente chiamati semi) schiacciati o polverizzati per ogni tazza (200-250 ml) di acqua bollente.
Versare l'acqua bollente sui frutti e coprire.
Lasciare in infusione per 10-15 minuti.
Filtrare prima del consumo.
Dosaggio Sicuro: Si consiglia di assumere fino a 3 tazze al giorno, preferibilmente dopo i pasti principali per coadiuvare la digestione. Il sapore è tipicamente amaro, caratteristico delle piante con proprietà digestive.
Efficacia e Limiti: Questo metodo è indicato principalmente per il trattamento di lievi disturbi dispeptici (come gonfiore addominale e digestione lenta). L'effetto epatoprotettivo significativo è limitato a causa della bassa estrazione della silimarina.
Uso Topico (Creme e Sieri)
Alcuni studi preliminari suggeriscono benefici per la pelle grazie alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie della silimarina. Sono disponibili in commercio prodotti cosmetici formulati con estratti di cardo mariano per il trattamento di acne, fotoinvecchiamento e melasma.
Avvertenze, Controindicazioni e Interazioni
Prima di assumere qualsiasi preparazione a base di cardo mariano, è essenziale considerare i seguenti aspetti di sicurezza:
Controindicazioni:
Ipersensibilità accertata al cardo mariano o ad altre piante della famiglia delle Asteraceae (es. ambrosia, crisantemo, margherita).
Ostruzione delle vie biliari (es. da calcoli), poiché l'effetto colagogo (stimolante il flusso biliare) potrebbe scatenare coliche.
Donne in gravidanza e allattamento: Sebbene l'uso galattogeno sia tradizionale, non ci sono sufficienti dati di sicurezza che ne raccomandino l'uso in queste fasi senza supervisione medica.
Bibliografia
Abenavoli, L., Capasso, R., Milic, N., & Capasso, F. (2010). Milk thistle in liver diseases: past, present, future. Phytotherapy Research.
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de Avelar, C. R., Pereira, E. M., de Farias Costa, P. R., de Jesus, R. P., & de Oliveira, L. P. M. (2023). Effect of silymarin on biochemical indicators in patients with liver disease: Systematic review and meta-analysis. World Journal of Gastroenterology.
Di Sotto, A. (2023). Il cardo mariano: detossificante per il fegato e non solo… Società Italiana di Farmacologia.
Karimzadeh, S., et al. (2024). Therapeutic potentials of milk thistle (Silybum marianum) in oncology: A review. Iranian Journal of Basic Medical Sciences.
Pferschy-Wenzig, E. M., et al. (2023). Identification of novel flavonolignans from Silybum marianum fruits and their contribution to the overall hepatoprotective activity. Journal of Natural Products.
Siegel, A. B., & Stebbing, J. (2013). Milk thistle: early seeds of potential. The Lancet Oncology.
Consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi preparato
Vino di Cardo mariano
Versare in un litro di vino bollente 25 g di radice di Cardo mariano. Quando il vino è freddo filtrare e conservare in vetro scuro al fresco. Un bicchierino da Marsala prima dei due pasti principali.
Controindicato nelle epatopatie in quanto bevanda alcolica.[Tratto da: I Vini Medicinali - Eraclio Fiorani, Roberto Fedecostante - Edizioni CHI-NI Macerata]
Consultare il proprio medico prima di assumere questa bevanda ed evitarne l'uso in caso di divieto di assunzione di alcol
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva o di trattamento come per es. nel Tè (verde o nero). Consultare un fitoterapeuta per personalizzare le combinazioni in base al quadro clinico individuale.
ASPIRINA
ESTROGENI
FARMACI ANTIIPERTENSIVI
FARMACI CONTRACCETTIVI ORALI
FARMACI IPOGLICEMIZZANTI (POTENZIAMENTO)
FARMACI METABOLIZZATI DAL CITOCROMO CYP2C9
FARMACI METABOLIZZATI DAL CITOCROMO CYP2D6
FARMACI METABOLIZZATI DAL CITOCROMO CYP3A4
INSULINA
METFORMINA
METRONIDAZOLO
TERAPIE ORMONALI
IPERSENSIBILITÀ ACCERTATA A SILYBUM MARIANUM O PIANTE DELLA FAMIGLIA DELLE ASTERACEAE (ES. AMBROSIA, CRISANTEMO, MARGHERITA), OSTRUZIONE ACUTA DELLE VIE BILIARI (COLECISTITE, CALCOLI BILIARI SINTOMATICI), GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO (PER ASSENZA DI DATI SUFFICIENTI SULLA SICUREZZA), PAZIENTI CARDIOPATICI IPERTESI (PER LA PRESENZA DI TIRAMINA NEI SEMI CHE POTREBBE AGGRAVARE L'IPERTENSIONE)
PRUDENZA NEI SOGGETTI DIABETICI IN TERAPIA (POTENZIALE EFFETTO IPOGLICEMIZZANTE POTREBBE RICHIEDERE UN AGGIUSTAMENTO POSOLOGICO DEI FARMACI), MONITORAGGIO IN CASO DI TERAPIE CONCOMITANTI CON FARMACI METABOLIZZATI DAL CITOCROMO P450 (ES. WARFARIN, DIAZEPAM) PER POSSIBILE MODULAZIONE ENZIMATICA, EVITARE L'USO PROLUNGATO OLTRE 4-6 SETTIMANE SENZA SUPERVISIONE MEDICA, SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE IN CASO DI REAZIONI ALLERGICHE CUTANEE O RESPIRATORIE, CONSULTARE IL MEDICO SE I SINTOMI DIGESTIVI PERSISTONO OLTRE 2 SETTIMANE.
Il cardo mariano è noto principalmente per i suoi effetti protettivi e rigenerativi sul fegato. Il complesso di flavonolignani noto come silimarina (costituito da silibina, isosilibina, silicristina e silidianina) agisce stabilizzando le membrane degli epatociti, impedendo l'ingresso di tossine e stimolando la rigenerazione cellulare attraverso l'aumento della sintesi proteica e l'attivazione della RNA polimerasi. Studi clinici supportano il suo uso come coadiuvante in caso di danno epatico indotto da sostanze tossiche (come alcol, farmaci epatotossici come il paracetamolo e tossine ambientali), steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e cirrosi.
Nell'epatite virale limita il danno parenchimale proteggendo le membrane epatocitarie dall´aggancio dell'agente virale sui recettori situati all'esterno delle membrane e abbassa i livelli di transaminasi.
L'uso endovenoso della silibina è riconosciuto come antidoto nell'avvelenamento da Amanita phalloides.
La silimarina e i suoi componenti, in particolare la silibina, esercitano un'azione antiossidante diretta, neutralizzando i radicali liberi, e indiretta, aumentando i livelli intracellulari di glutatione, superossido dismutasi (SOD) e catalasi. Inoltre, modulano la risposta infiammatoria inibendo il fattore di trascrizione NF-κB e la sintesi di prostaglandine e leucotrieni. Queste proprietà sono utili nel supportare il trattamento di condizioni infiammatorie croniche del fegato e di altre infiammazioni sistemiche.
Diversi studi clinici hanno dimostrato che l'integrazione con silimarina può migliorare il controllo glicemico nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, riducendo la glicemia a digiuno, l'emoglobina glicata (HbA1c) e l'insulino-resistenza. Parallelamente, si osservano miglioramenti nel profilo lipidico, con riduzioni del colesterolo totale, delle LDL, dei trigliceridi e un lieve aumento delle HDL. Questi effetti sono attribuiti alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che migliorano la funzionalità epatica e il metabolismo energetico.
Studi preclinici (in vitro e su modelli animali) hanno evidenziato che la silimarina e la silibina possono inibire la proliferazione di cellule tumorali (in particolare di prostata, colon, seno, pelle e fegato) attraverso meccanismi come l'induzione dell'apoptosi, l'arresto del ciclo cellulare (fase G1/S), l'inibizione dell'angiogenesi e la modulazione di vie di segnalazione come NF-κB. Tuttavia, le evidenze cliniche sull'uomo sono ancora limitate e non conclusive, necessitando di ulteriori studi per confermarne l'efficacia terapeutica diretta.
L'applicazione topica e orale di estratti di cardo mariano ha mostrato benefici in diverse condizioni dermatologiche. Grazie alle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e fotoprotettive, la silimarina può proteggere la pelle dai danni dei raggi UV, riducendo il rischio di fotoinvecchiamento e di carcinogenesi cutanea. Studi preliminari suggeriscono un potentiale beneficio nel trattamento dell'acne, del melasma e della vitiligine, spesso in associazione con altre terapie.
Alcuni studi preliminari indicano possibili effetti neuroprotettivi, ipotensivi e di supporto nella sindrome metabolica. Un piccolo studio clinico ha anche suggerito un potentiale beneficio nella riduzione delle vampate di calore in menopausa.
Miele monoflora con odore caratteristico, con una connotazione florale o florale/fruttata, e una animale al tempo stesso; di crisantemi, di fiori cimiteriali. Sapore normalmente dolce, normalmente acido, amaro da non percettibile a leggero, leggermente astringente e aroma caratteristico, con la stessa duplice natura rilevabile all'olfatto; subito florale/fruttato, poi rapidamente animale, putrescente, farina di pesce.
[Di: Marco Accorti, Roberto Colombo, Gian Luigi Marcazzan, Livia Persano Oddo, Maria Lucia Piana, Maria Gioia Piazza, Patrizio Pulcini, Anna Gloria Sabatini]
Tratto da: api.entecra.it - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
Oltre agli usi medicinali, il cardo mariano ha una storia come alimento. Le foglie giovani, private delle spine, possono essere consumate crude in insalata o cotte. I fiori sono stati utilizzati simile ai carciofi, e i semi sono stati impiegati come sostituto del caffè. In alcune regioni, le radici vengono mangiate crude o arrosto. La pianta è anche un'importante fonte di nettare per le api, contribuendo alla produzione di miele.
DROGHE ATTIVE SUL FEGATO
Le varie patologie del fegato e della cistifellea portano a una insufficiente produzione o alterato rilascio di bile o alla formazione di calcoli nelle vie biliari oppure a una sofferenza delle cellule epatiche. Le droghe attive sui meccanismi biliari e sul fegato vengono chiamate
a) Coleretici, se producono un aumento del succo biliare e si suddividono in: - Coleretici veri, se aumentano la secrezione dei costituenti biliari (Carciofo, Curcuma, Combreto, Calendula, Melanzana, Enula, Tarassaco); - Idrocoleretici, se aumentano la secrezione del componente acquoso biliare aumentando la fluidità (Lavanda, Menta, Melissa, Timo).
b) Colaghoghi, se accelerano il deflusso dal fegato alla cistifellea o da questa nell'intestino e possono essere suddivise in: - Fluidificanti della bile, se accelerano il deflusso abbassandone la viscosità (Boldo); - Colecistocinetici, se aumentano l'escrezione della bile stimolando le contrazioni della cistifellea (Boldo, Carciofo, Rabarbaro, Tuorlo d'uovo, Olio d'oliva).
c) Protettivi o detossicanti del fegato, se contribuiscono a normalizzare la struttura delle biomembrane dell'epatocita, migliorandone la funzione (Cardo mariano, Melanzana, Rosmarino).
d) Preventivi della calcolisi biliare o epatica e da impiegarsi per l'espulsione di piccoli calcoli (microlitiasi). I calcoli possono formarsi nella cistifellea (calcolosi biliare colecistica) o, più raramente, nei condotti biliari (calcolosi biliare epatica). Il sintomo caratteristico è la colica prodotta dalle contrazioni attraverso le quali l'organismo tenta di eliminare il calcolo spingendolo nell'intestino. Le erbe utili ad azione colagoga-coleretica e fluidificante sono: Boldo, Combreto, Carciofo. Anche e soprattutto l'olio d'oliva, assunto a digiuno a dose di 1-4 cucchiai, è utile alla espulsione di piccoli calcoli. Attenzione, comunque a questo tipo di automedicazione perché in questa patologia, molto spesso è più utile non 'smuovere' il calcolo che potrebbe andare ad ostruire le vie biliari procurando una situazione risolvibile solo con trattamento chirurgico di urgenza.
[Tratto da: Marzio Pedretti "L'erborista moderno"]
Il nome "marianum" ha radici in leggende medievali cristiane. Si credeva che le caratteristiche venature bianche sulle foglie fossero state prodotte dal latte della Vergine Maria. Secondo la tradizione, queste macchie apparvero quando Maria, durante la fuga in Egitto, allattò Gesù e alcune gocce del suo latte caddero sulle foglie del cardo. Questo legame con la figura mariana ha influenzato anche altri nomi comuni come "Cardo di Santa Maria" o "Cardo mariano".
Il cardo mariano vanta una storia millenaria che risale all'epoca greco-romana. Fonti antiche menzionano questa pianta per il suo aspetto spinoso e le sue proprietà. Nel Medioevo, era studiata e coltivata nei monasteri, che fungevano da centri di ricerca botanica. Tradizionalmente, i semi erano utilizzati per trattare disturbi epatici, come l'ittero e i calcoli biliari, e come rimedio per i morsi di serpente.
Il complesso di flavonolignani noto come silimarina fu isolato per la prima volta dai semi nel 1968. Questo estratto, che include composti come la silibina, è diventato il principale componente attivo studiato per le sue proprietà epatoprotettive e antiossidanti. Nonostante secoli di uso tradizionale, la ricerca clinica moderna continua a esplorarne le applicazioni, incluso il potenziale ruolo nella terapia antitumorale e nella gestione della sindrome metabolica.
Tossicità per il bestiame: Sebbene benefico per l'uomo, il cardo mariano può essere tossico per bestiame come bovini e ovini a causa del suo contenuto di nitrati, che può causare metaemoglobinemia e deprivazione di ossigeno.
Caratteristiche Botaniche Uniche: I semi (acheni) sono dotati di un pappo setoloso che facilita la dispersione tramite il vento. Inoltre, le formiche sono attratte dagli oli presenti nei semi e contribuiscono alla loro dispersione (mirmecoria).
Il cardo mariano è più di una semplice pianta medicinale; è un simbolo di resilienza e adattamento. Dalle leggende medievali alle moderne applicazioni in fitoterapia e oltre, il suo percorso riflette l'evoluzione delle conoscenze botaniche e delle pratiche curative. La sua presenza in testi antichi e il suo ruolo continuo nella ricerca scientifica ne fanno un ponte tra passato e futuro.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
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Flora, K., Hahn, M., Lode, H. N., & Durgaprasad, S. (1998). Milk thistle (Silybum marianum) in hepatic diseases: a systematic review. Phytomedicine, 5(2), 125-128.
Loguercio, C., & Festi, D. (2011). Silybin and the liver: from basic research to clinical practice. World Journal of Gastroenterology, 17(18), 2288-2301.
Ramasamy, K., & Agarwal, R. (2008). Multitargeted therapy of cancer by silymarin. Cancer Letters, 269(2), 352-362.
Vargas-Mendoza, N., Madrigal-Santillán, E., Morales-González, J. A., Esquivel-Soto, J., Esquivel-Chirino, C., García-Luna, M. M., ... & Morales-González, J. R. (2014). Hepatoprotective effect of silymarin. World Journal of Hepatology, 6(3), 144-149.