DESCRIZIONE BOTANICA PIANTA ERBACEA PERENNE ALTA 30-80 CM, CON FUSTI ERETTI O ASCENDENTI, RAMIFICATI E GLABRI O PUBESCENTI. LE FOGLIE SONO TRIFOGLIATE, CON FOGLIOLINE OBOVATE O OBLUNGHE, LUNGHE 1-3 CM, CON MARGINE DENTELLATO VERSO L'APICE E UNA PICCOLA PUNTA. I FIORI SONO PAPILIONACEI, DI COLORE VIOLA, BLU-VIOLETTO O RARAMENTE GIALLI O BIANCHI, RIUNITI IN RACEMI ASCELLARI DENSI E GLOBOSI O ALLUNGATI. IL CALICE GAMOSEPALO CON CINQUE DENTI STRETTI. LA COROLLA HA UN VESSILLO, DUE ALI E UNA CARENA FORMATA DA DUE PETALI FUSI. GLI STAMI SONO DIECI, DIADELPHI (9 SALDATI E 1 LIBERO). L'OVARIO SUPERO E UNILOCULARE. IL FRUTTO UN LEGUME SPIRALATO O FALCATO, INDEISCENTE, CONTENENTE NUMEROSI SEMI RENIFORMI. LA FIORITURA AVVIENE IN ESTATE.
HABITAT Originaria del Medio Oriente e dell'Asia centrale, ma ampiamente coltivata e naturalizzata in tutto il mondo. Predilige terreni ben drenati, profondi, fertili e con pH neutro o leggermente alcalino. Si adatta a climi temperati e subtropicali, con estati calde e inverni freddi, ma tollera anche periodi di siccit grazie al suo apparato radicale profondo. Cresce meglio in pieno sole e non tollera l'ombra eccessiva o i terreni saturi d'acqua. Si trova comunemente in campi coltivati, prati, bordi stradali e aree disturbate, spesso come componente importante dei foraggi per il bestiame. La sua capacit di fissare l'azoto atmosferico la rende adatta anche per migliorare la fertilit del suolo.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025
SCHEDA FITOTERAPIA
DROGA UTILIZZATA (Parte utilizzata a scopo fitoterapico) PARTI AEREE
PRINCIPI ATTIVI Saponine, flavonoidi, fitoestrogeni (come cumestrolo e genisteina), alcaloidi, cumarine, acidi fenolici, triterpenoidi, vitamine (A, C, E, K), minerali (calcio, magnesio, potassio), proteine, calcio, potassio, fosforo, protidi, clorofilla, vitamine C, K, B, B2, B6, D, provitamina A, steroli, una cumarina, cerebrosidi (a struttura simile a quella del cervello umano), flavoni e isoflavoni, ecc.
NOTE DI FITOTERAPIA .....espandi↓
Le indicazioni fitoterapeutiche con esiti riscontrabili riguardano solo gli estratti titolati e sono per: riduzione di colesterolo - diete dimagranti - disturbi della menopausa - osteoporosi.
PIANTA MELLIFERA .....espandi↓
Miele monoflora di colore da ambra chiaro a ambra nel miele liquido; da beige chiaro a nocciola quando cristallizzato. Odore non particolarmente caratteristico; non molto fine, pungente, vegetale, di erba e fieno, di fermenti lattici, di cantina, di cera d'api fusa. Aroma non particolarmente caratteristico; vegetale, di vino nuovo, di cera d'api fusa.
[Di: Marco Accorti, Roberto Colombo, Gian Luigi Marcazzan, Livia Persano Oddo, Maria Lucia Piana, Maria Gioia Piazza, Patrizio Pulcini, Anna Gloria Sabatini]
Tratto da: api.entecra.it - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
La raccolta di miele di erba medica risulta abbondante, monoflora di colore bianco che cristallizza irregolarmente. Per il polline la produzione risulta scarsa.
USO ALIMENTARE .....espandi↓
Germogli crudi:
• in insalate miste con altri germogli
• spalmati con gli altri ingredienti su crostini e tartine
• macinati con olive, capperi e prezzemolo come salsa
Evitare il consumo dei semi non germogliati in quanto potrebbero procurare problemi come stati di anemia, e riduzione di globuli bianchi e piastrine.
PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
UTILE DA SAPERE .....espandi↓
PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
In virt della loro azione estrogenica alcune piante si dimostrano efficaci nell'impiego terapeutico per le turbe legate a un'insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo isterectomia e ovariectomia, per turbe mestruali della pubert e per alcune manifestazioni fastidiose che caratterizzano la manifestazioni funzionali della menopausa come vampate di calore, turbe dell'umore, secchezza della mucosa vaginale, ecc. e per la sindrome premestruale.
Alcuni inconvenienti, come per es. le vampate, hanno una stretta relazione con l'ormone ipofisario; altri invece, come prurito, infiammazione pelvica e secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l'utilizzo di queste piante. In questi casi la fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica.
Le piante estrogeniche e progesterone-like sono: Angelica, Aletris, Erba medica, Salvia, Luppolo, Ginseng, Alchemilla, Verbena, Salsapariglia, Soia, Kudzu, Cimicifuga; l'Ortica ha azione antiandrogena e la Cimicifuga attiva sulla secrezione dell'ormone ipofisario. L'Agnocasto aumenta la produzione dell'ormone luteinizzante, inibisce il rilascio dell'ormone che stimola il follicolo, portando ad uno spostamento del rapporto a favore degli estrogeni rispetto ai gestageni, producendo effetti ormonali utilizzati contro disturbi connessi alla menopausa; inoltre, sperimentalmente, inibisce la secrezione della prolattina, risultando efficace sia nella sindrome premestruale che nella iperprolattinemia.
Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"; A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"; Fabio Firenzuoli "Le 100 erbe della salute"
Fitoestrogeni e trattamenti ormonali: legami pericolosi
Il ricorso ai fitoestrogeni va evitato nelle donne con tumore della mammella e affette da deprivazione ormonale da ormonoterapia.
Le donne con carcinoma della mammella positivo per i recettori degli estrogeni devono evitare di ricorrere ai fitoestrogeni nel tentativo di ridurre gli effetti da deprivazione ormonale causati dalla ormonoterapia in atto. Il 70% circa dei carcinomi della mammella esprime recettori per gli estrogeni. Questo dato alla base della terapia adiuvante con farmaci che riducono la stimolazione di questi recettori quali il tamoxifene e derivati e gli inibitori delle aromatasi. L'ormonoterapia di per s causa per numerosi effetti collaterali da deprivazione ormonale. I sintomi meno tollerati sono la secchezza delle mucose e la sindrome vasomotoria (le cosiddette vampate), oltre alle manifestazioni legate al lungo trattamento (artralgie, tipicamente causate dagli inibitori delle aromatasi, osteoporosi, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico). Nelle donne in menopausa, diventata popolare l'assunzione di integratori alimentari, contenenti principalmente derivati della soia o del trifoglio rosso, nell'ipotesi che abbiano un'azione di contrasto sui sintomi della menopausa. Gli estratti di queste piante contengono infatti fitoestrogeni, e in particolare isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina dalla soia e biocanina A e formononetina dal trifoglio), sostanze che hanno una blanda azione sia estrogenica sia antiestrogenica. Queste caratteristiche hanno suggerito la loro indicazione anche alle donne in trattamento con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi, suscitando allarme negli oncologi che ritengono tale pratica incongrua e rischiosa. Negli animali di laboratorio si infatti dimostrato uno stimolo dose-dipendente da fitoestrogeni nella crescita di cellule tumorali umane della mammella estrogeno-sensibili (CMF-7) [1]. In modelli analoghi risulta anche abrogata la prevenzione del tamoxifene alla crescita tumorale [2]. A seguito della diffusione di tale pratica sono stati condotti due studi per verificare l'efficacia di integratori a base di soia (90-150 mg/die di isoflavoni) in pazienti sintomatiche per deprivazione ormonale (vampate diurne e notturne) [3,4]. Le pazienti, trattate per carcinoma della mammella e molte in trattamento con tamoxifene o raloxifene, sono state randomizzate in doppio cieco a ricevere il trattamento con isoflavoni o placebo. In nessuno dei due studi si sono rilevate differenze statisticamente significative nella sintomatologia, anche quando stratificate a ricevere tamoxifene. Per cui gli isoflavoni non sembrano ridurre la sintomatologia legata alla terapia ormonale e potrebbero invece avere un'attivit di stimolo sulla crescita tumorale. Secondo alcuni lavori scientifici, le popolazioni asiatiche sarebbero meno esposte al rischio di carcinoma della mammella per l'elevata ingestione di derivati della soia: questa osservazione di difficile interpretazione epidemiologica e non pu essere trasferita alle popolazioni occidentali n ad altri effetti ormonali degli isoflavoni [5,6]. Tali sostanze, quindi, vanno utilizzate con molta cautela da parte delle donne con carcinoma della mammella e solo se con recettori ormonali negativi. I medici che hanno pazienti in trattamento con tamoxifene o inibitori delle aromatasi dovrebbero vigilare e sconsigliare l'uso di prodotti a elevato titolo di fitoestrogeni, anche perch molti degli integratori alimentari in commercio rimandano a siti Internet nei quali sono rivendicati effetti terapeutici non dimostrati, sostenuti con letteratura di parte o mal interpretata.
ANNOTAZIONI VARIE .....espandi↓
Lerba medica una delle piante pi studiate.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA
Small, E. (2011). Alfalfa and Relatives: Evolution and Classification of *Medicago*. NRC Research Press.
Gurfinkel, D. M., Rao, A. V. (2003). Soyasaponins: The Relationship between Chemical Structure and Colon Anticarcinogenic Activity. Nutrition and Cancer, 47(1), 24-33.
Bora, K. S., Sharma, A. (2011). Phytochemical and Pharmacological Potential of *Medicago sativa*: A Review. Pharmaceutical Biology, 49(2), 211-220.