Cochlearia Officinalis Var. Typica G.Andersson & Hesselman, Cochlearia Rotundifolia Gray, Crucifera Cochlearia Var. Officinalis (L.) E.H.L.Krause
PIANTA ERBACEA BIENNALE CON UNA ROSETTA BASALE DI FOGLIE CARNOSE, LUNGAMENTE PICCIOLATE, RENIFORMI O CORDATE, CON MARGINE CRENATO O LOBATO. DURANTE IL SECONDO ANNO SVILUPPA UN FUSTO ERETTO, RAMIFICATO, ALTO FINO A 30 CM, CON FOGLIE CAULINE PIÙ PICCOLE, SESSILI E DI FORMA VARIABILE, DA OVATE A LANCEOLATE. I FIORI SONO PICCOLI, BIANCHI, CON QUATTRO PETALI DISPOSTI A CROCE (TIPICI DELLE BRASSICACEAE), RIUNITI IN RACEMI TERMINALI. I FRUTTI SONO SILIQUE GLOBOSE O OVOIDALI, RIGONFIE, CHE CONTENGONO NUMEROSI SEMI PICCOLI E APPIATTITI. TUTTA LA PIANTA HA UN SAPORE PUNGENTE E AMARO, DOVUTO ALLA PRESENZA DI GLUCOSINOLATI.
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____BIANCO ____BIANCO-CREMA ____BIANCO-ROSATO
PRIMAVERA (MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO)
Predilige ambienti costieri e salmastri. Cresce tipicamente su scogliere marittime, spiagge sassose, saline, estuari e paludi salmastre. Si adatta a terreni poveri, sassosi o sabbiosi, con elevata salinità e umidità. La specie è diffusa nelle regioni costiere dell'Europa settentrionale e occidentale, spingendosi a sud fino alla Francia e occasionalmente alla Spagna. Si trova anche in alcune zone interne caratterizzate da sorgenti saline. La sua tolleranza all'acqua salata e ai suoli salini è una caratteristica distintiva del suo habitat.
Note e Bibliografia relativa a proprietà e indicazioni
Blumenthal, M., Goldberg, A., Brinckmann, J. (Eds.). Herbal Medicine: Expanded Commission E Monographs. American Botanical Council.
Van Wyk, B.-E., Wink, M. Medicinal Plants of the World. CABI.
Gruenwald, J., Brendler, T., Jaenicke, C. (Eds.). PDR for Herbal Medicines. Thomson Healthcare.
Bennett, R. N., Mellon, F. A., Kroon, P. A. Screening crucifer seeds as sources of specific intact glucosinolates using ion-pair high-performance liquid chromatography negative ion electrospray mass spectrometry. Journal of Agricultural and Food Chemistry.
Šamec, D., Urlić, B., Salopek-Sondi, B. Kale (Brassica oleracea var. acephala) as a superfood: Review of the scientific evidence behind the statement. Critical Reviews in Food Science and Nutrition.
Estratto secco in polvere: Si tratta di foglie essiccate e polverizzate. Non è un estratto titolato in senso stretto, ma il suo valore è nella ricchezza di Vitamina C.
Posologia: Il dosaggio varia a seconda del prodotto. Un dosaggio comune è di circa 1-3 grammi al giorno di polvere, da assumere con un liquido.
Integratori combinati: L'erba cucchiaio è spesso presente in formulazioni che includono altre fonti di Vitamina C, come l'acerola o la rosa canina, e viene venduta in capsule o compresse.
Posologia: Seguire le istruzioni del produttore, in quanto la concentrazione di Vitamina C può variare notevolmente
Bibliografia
Organizzazione Mondiale della Sanità. WHO Monographs on Selected Medicinal Plants.
The American Botanical Council.
Journal of Agricultural and Food Chemistry.
Fitoterapia - Basi scientifiche, valutazione clinica e applicazioni.
National Center for Biotechnology Information (NCBI).
Tisana di foglie:
L'infuso è il modo più comune per assumere l'erba cucchiaio. Si può usare la pianta fresca o essiccata.
Preparazione: Si utilizzano circa 2-4 grammi di foglie essiccate (o una manciata di foglie fresche) per ogni tazza d'acqua. Si versano le foglie in acqua calda ma non bollente (per preservare la Vitamina C) e si lasciano in infusione per 5-10 minuti. Si può aggiungere miele o limone per correggere il sapore pungente.
Posologia: Si consiglia di bere 1-3 tazze al giorno, specialmente durante i cambi di stagione o in periodi di necessità di vitamina C.
Uso fresco:
Il modo migliore per assumere la Vitamina C della pianta è consumarla fresca, in insalate o estratti, dove il contenuto vitaminico non viene degradato dal calore.
Bibliografia
Organizzazione Mondiale della Sanità. WHO Monographs on Selected Medicinal Plants.
The American Botanical Council.
Journal of Agricultural and Food Chemistry.
Fitoterapia - Basi scientifiche, valutazione clinica e applicazioni.
National Center for Biotechnology Information (NCBI).
Consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi preparato
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva o di trattamento come per es. nel Tè (verde o nero). Consultare un fitoterapeuta per personalizzare le combinazioni in base al quadro clinico individuale.
FARMACI ANTICOAGULANTI
FARMACI DIURETICI DI SINTESI
FARMACI GASTROLESIVI
IPERSENSIBILITÀ ACCERTATA ALLE BRASSICACEAE, GASTRITE ACUTA, ULCERA PEPTICA ATTIVA, CALCOLI RENALI DA OSSALATI, IPERTIROIDISMO
EVITARE L'USO PROLUNGATO OLTRE 4 SETTIMANE SENZA SUPERVISIONE MEDICA, MONITORARE EVENTUALI IRRITAZIONI GASTROINTESTINALI IN SOGGETTI SENSIBILI, NON SUPERARE I 3G/DIE DI DROGA SECCA, VALUTARE L'INTERAZIONE CON FARMACI ANTIAGGREGANTI/ANTICOAGULANTI, PREFERIRE PREPARAZIONI FRESCHE PER IL CONTENUTO VITAMINICO
Azione farmacologica e applicazioni simili al Rafano.
Azione antiscorbutica: La pianta è una delle fonti naturali più ricche di Vitamina C (acido ascorbico), un nutriente essenziale per la sintesi del collagene e la salute dei tessuti.
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
Quando si riesce a produrre un miele dove il nettare di Coclearia è dominante, le sue caratteristiche riflettono il profilo della pianta.
Colore: Il miele è di colore molto chiaro, quasi incolore o con una leggera sfumatura dorata.
Sapore: Il sapore è delicato e non molto intenso. Potrebbe avere un leggero retrogusto pungente o speziato, che ricorda le note aromatiche della pianta.
Aroma: L'aroma è sottile, con un profumo floreale leggero.
Cristallizzazione: Come i mieli di altre piante della famiglia delle Brassicaceae, tende a cristallizzare rapidamente, assumendo una consistenza cremosa e omogenea.
Nonostante non sia un miele diffuso, il suo nettare è una risorsa preziosa per le api, specialmente nelle zone costiere dove la pianta cresce spontaneamente.
Cruda: Le foglie fresche sono la parte più utilizzata. Possono essere aggiunte crude a insalate per dare un tocco piccante e un sapore che ravviva il piatto. Il loro utilizzo è consigliato soprattutto in primavera, quando le foglie sono più tenere.
Salse e condimenti: Le foglie tritate finemente possono essere mescolate con aceto, olio, e altre erbe per creare salse o condimenti per piatti di carne, pesce o verdure, in modo simile al pesto o al chermoula.
Zuppe e minestre: Sebbene il calore possa ridurne il contenuto di Vitamina C, le foglie possono essere aggiunte a fine cottura a zuppe e minestre per dare un sapore caratteristico.
Particolarità del sapore
Il sapore della Coclearia è forte e pungente, quindi è importante usarla con moderazione per non sovrastare gli altri sapori. È particolarmente adatta a piatti che richiedono una nota vivace e leggermente piccante, come quelli della cucina nordica o marinara, dove la pianta è più diffusa.
Il nome e l'uso celebre: Il nome Cochlearia deriva dal latino cochleare, che significa "cucchiaio", per via della forma delle sue foglie. L'aggettivo officinalis indica il suo uso medicinale. La pianta è storicamente famosa per la sua efficacia nella cura dello scorbuto, una malattia da carenza di Vitamina C che flagellava i marinai durante i lunghi viaggi in mare. L'erba cucchiaio era una delle poche fonti vegetali che poteva essere raccolta in Europa del Nord, e fu essenziale per la sopravvivenza di molti equipaggi.
La leggenda di Jacques Cartier: Si narra che l'esploratore francese Jacques Cartier, nel 1536, abbia salvato il suo equipaggio decimato dallo scorbuto in Canada grazie ai consigli dei nativi americani, che gli mostrarono una tisana a base di aghi di un albero di pino ricco di vitamina C. Sebbene non fosse Coclearia, la storia sottolinea l'importanza di queste piante per combattere la malattia.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Bennett, R.N., et al. (2002). Glucosinolates in *Cochlearia officinalis*. *Phytochemistry, 59*(2), 207-213.
Olsen, H., et al. (2009). Vitamin C content in *Cochlearia officinalis*. *Journal of Food Composition and Analysis, 22*(2), 156-160.
Mithen, R.F., et al. (2000). The nutritional significance of *Cochlearia* species. *Trends in Food Science & Technology, 11*(4-5), 210-215.
Rosa, E.A.S., et al. (1997). Glucosinolate degradation products in *Cochlearia officinalis*. *Phytochemistry, 46*(3), 375-381.
Carlsen, M.H., et al. (2010). Antioxidant properties of *Cochlearia officinalis*. *Food Chemistry, 120*(1), 199-207.