Dominio: Eukaryota (Con cellule dotate di nucleo) Regno: Plantae Sottoregno: Tracheobionta (Piante vascolari) Superdivisione: Spermatophyta (Piante con semi) Divisione: Angiospermae o Magnoliophyta (Piante con fiori) Classe: Magnoliopsida (Dicotiledoni) Sottoclasse: Asteridae Ordine: Lamiales Famiglia: Sottofamiglia: Nepetoideae Tribù: Mentheae Sottotribù: Salviinae
Salvia domestica, Salvia maggiore, Erba sacra, Tè di Grecia, Selvia, Salvia bianca, Berggarten Sage, Common Sage, Garden Sage, Kitchen Sage, Sauge, Thé De La Grèce, Salvia Real, Chá-Da-Europa, Sálvia, Salva-Mansa, Echter Salbei, Franse Thee, Salie, Selft, Selve, Tuinsalie, Tesalvie, Marameeah, Maramiah, Marimih, Maryamiya, Miraamih, Salima, Salmya, Chaj Gradinski, Ljekovita Kadulja, Rohtosalvia, Ryytisalvia, Salbi, Alisfakia, Faskomilo, Marva, Orvosi Zsálya, Zsálya, Sa-Ru-Bi-A, Sarubia, Se--Zi, Sezi, Ggae-Ggocc, Kkae-Ggocch, Sa-Ru-Bi-A, Sarubia, Se-I-Ji, Seiji, Sel-Bi-Eo, Selbieo, Kadulja
Salvia Major Bauh., Salvia Latifolia I.B. Ray, Salvia Clary L., Salvia Grandifolia Salisb., Salvia Minor Garsault, Salvia Officinarum St.-Lag.
SUFFRUTICE PERENNE AROMATICO CON FUSTI LEGNOSI ALLA BASE E RAMIFICAZIONI ERBACEE ERETTE. LE FOGLIE SONO OPPOSTE, SESSILI O BREVEMENTE PICCIOLATE, DI FORMA OBLUNGA-LANCEOLATA, DI COLORE GRIGIO-VERDE O BIANCO-TOMENTOSE, CON MARGINE CRENATO O INTERO. I FIORI SONO LABIATI, DI COLORE BLU-VIOLETTO, ROSA O BIANCO, RIUNITI IN VERTICILLASTRI CHE FORMANO LUNGHE SPIGHE ALL'APICE DEI FUSTI. IL CALICE È TUBULARE-CAMPANULATO, BILABIATO, PERSISTENTE. LA COROLLA HA UN LABBRO SUPERIORE ERETTO O FALCATO E UN LABBRO INFERIORE TRILOBO CON IL LOBO MEDIANO PIÙ GRANDE. GLI STAMI SONO DUE, CON CONNETTIVO ALLUNGATO E UN BRACCIO FERTILE E UNO STERILE. L'OVARIO È SUPERO, TETRALOCULARE, CHE MATURA IN QUATTRO NUCULE OVOIDALI DI COLORE SCURO.
* Clima mediterraneo: Predilige climi temperati caldi, con estati secche e inverni miti.
* Terreni aridi e calcarei: Cresce meglio in terreni ben drenati, sassosi o calcarei, tipici delle zone collinari e costiere.
* Esposizione solare: Ama le posizioni soleggiate e riparate dal vento.
* Macchia mediterranea: È una pianta tipica della macchia mediterranea, dove cresce insieme ad altre specie aromatiche come il rosmarino, il timo e il mirto.
* Rupi e ghiaioni: Si trova spesso su rupi, ghiaioni e pendii aridi, dove le sue radici profonde le permettono di resistere alla siccità.
* Prati e pascoli: Cresce anche in prati e pascoli aridi, soprattutto in zone collinari.
Distribuzione geografica:
* La salvia officinale è originaria del bacino del Mediterraneo orientale.
* Oggi è diffusa in molte parti del mondo, soprattutto in zone con clima temperato.
* In Italia, è presente soprattutto nelle regioni centro-meridionali, ma si trova anche allo stato spontaneizzato in altre zone.
Coltivazione:
* Grazie alla sua adattabilità, la salvia officinale può essere coltivata facilmente in giardini e orti.
* Richiede poche cure e resiste bene alla siccità.
* È importante assicurarsi che il terreno sia ben drenato e che la pianta sia esposta al sole per diverse ore al giorno.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA 2025
SCHEDA FITOTERAPIA
PRIMA O ALL'INIZIO DELLA FIORITURA (MAGGIO-GIUGNO), IN PRIMAVERA-INIZIO ESTATE
FOGLIE (SALVIAE FOLIUM) O, MENO COMUNEMENTE, SOMMITÀ FIORITE
Salvia Tintura Madre
Preparata dalla parte aerea fresca tit.alcol.55°
XXV gtt 3 volte al giorno
Salvia Tisana
infuso di 1 cucchiaino per tazza di acqua bollente
oppure
decotto al 3%
2-3 tazze al giorno
Elisir di Salvia Macerare per 10 giorni in un litro di marsala 70 g di foglie essiccate di Salvia e 10 g di bucce di Arancio amaro. Agitare almeno una volta al giorno ed alla fine filtrare accuratamente. Aggiungere al filtrato 50 g di alcol alimentare e 300 g di sciroppo semplice (200 g di zucchero in 100 g di acqua). Far riposare tutto per 24 ore e filtrare nuovamente. Consumarne un bicchierino da liquore dopo i due pasti principali.[Tratto da: I Vini Medicinali - Eraclio Fiorani, Roberto Fedecostante - Edizioni CHI-NI Macerata]
Consultare il proprio medico prima di assumere questa bevanda e di evitarne l'uso in caso di divieto di assunzione di alcol
Vino di Salvia In un litro di buon vino bianco o rosso far macerare per 5 giorni grammi 30 di foglie di Salvia. Filtrare accuratamente. Se ne prendano due o tre bicchierini da liquore al giorno, dopo i pasti.[Tratto da: I Vini Medicinali - Eraclio Fiorani, Roberto Fedecostante - Edizioni CHI-NI Macerata]
Consultare il proprio medico prima di assumere questa bevanda e di evitarne l'uso in caso di divieto di assunzione di alcol
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva. Rivolgersi sempre al fitoterapeuta per gli abbinamenti.
GRAVIDANZA (SPECIALMENTE IN DOSI ELEVATE O ESTRATTI CONCENTRATI, PER IL POTENZIALE EFFETTO UTEROTONICO E L'ATTIVITÀ ORMONALE), ALLATTAMENTO (LA SALVIA, IN PARTICOLARE L'OLIO ESSENZIALE, PUÒ RIDURRE LA PRODUZIONE DI LATTE MATERNO), EPILESSIA O ALTRE PATOLOGIE NEUROLOGICHE CON PREDISPOSIZIONE ALLE CONVULSIONI (PER IL CONTENUTO DI TUJONE, NEUROTOSSICO A DOSI ELEVATE), INSUFFICIENZA RENALE O EPATICA GRAVE (POTENZIALE ACCUMULO E TOSSICITÀ), IPERSENSIBILITÀ NOTA ALLA PIANTA O AI SUOI COMPONENTI, PAZIENTI CON TUMORI ORMONO-SENSIBILI (ES. ALCUNI TIPI DI CANCRO AL SENO, A CAUSA DEI FITOESTROGENI), ASSUNZIONE CONCOMITANTE DI FARMACI CHE ABBASSANO LA SOGLIA CONVULSIVA (ES. ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI, ANTISTAMINICI DI PRIMA GENERAZIONE), BAMBINI SOTTO I 12 ANNI (IN PARTICOLARE PER USO INTERNO E PER ESTRATTI CONCENTRATI, DATA LA SENSIBILITÀ AL TUJONE).
USARE CON CAUTELA IN PAZIENTI CON IPERTENSIONE ARTERIOSA O DISTURBI CARDIOVASCOLARI (L'OLIO ESSENZIALE PUÒ AVERE EFFETTI STIMOLANTI), EVITARE L'USO PROLUNGATO E A DOSI ELEVATE DI PREPARAZIONI CONTENENTI TUJONE (COME TINTURE MADRI O OLI ESSENZIALI) PER VIA DEL RISCHIO DI NEUROTOSSICITÀ EPATICA, GLI INFUSI E DECOTTI PER USO INTERNO, PREPARATI CON DOSI STANDARDIZZATE DELLE FOGLIE, SONO GENERALMENTE PIÙ SICURI, MA È COMUNQUE CONSIGLIABILE NON ECCEDERE NELL'USO PROLUNGATO, L'APPLICAZIONE TOPICA DI OLIO ESSENZIALE PURO SULLA PELLE PUÒ CAUSARE IRRITAZIONE O REAZIONI ALLERGICHE IN SOGGETTI SENSIBILI; È CONSIGLIABILE DILUIRLO E FARE UN TEST CUTANEO, LA SALVIA PUÒ TEORICAMENTE INTERFERIRE CON L'EFFICACIA DI ALCUNI FARMACI IPOGLICEMIZZANTI; I DIABETICI DOVREBBERO MONITORARE ATTENTAMENTE I LIVELLI DI GLUCOSIO IN CASO DI USO CONCOMITANTE, DISTANZIARE L'ASSUNZIONE DELLA SALVIA DA QUELLA DI ALTRI FARMACI (ALMENO 1-2 ORE) PER EVITARE POSSIBILI INTERAZIONI CON L'ASSORBIMENTO, NON È CONSIGLIABILE L'USO COSMETICO O COME DEODORANTE SE SI HANNO DUBBI SULLA SICUREZZA, SOPRATTUTTO SU PELLI SENSIBILI, IN CASO DI COMPARSA DI REAZIONI AVVERSE, SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE L'USO E CONSULTARE UN MEDICO.
Le forme utilizzabili in fitoterapia sono i decotti e gli estratti idroalcolici dotati di una buona attività disinfettante ma sono indicati solo per l´uso esterno.
SCHEDA NOTIZIE E VARIE
PIANTE AD AZIONE FITOESTROGENICA E ANTIANDROGENA
In virtù della loro azione estrogenica alcune piante si dimostrano efficaci nell'impiego terapeutico per le turbe legate a un'insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo isterectomia e ovariectomia, per turbe mestruali della pubertà e per alcune manifestazioni fastidiose che caratterizzano la manifestazioni funzionali della menopausa come vampate di calore, turbe dell'umore, secchezza della mucosa vaginale, ecc. e per la sindrome premestruale.
Alcuni inconvenienti, come per es. le vampate, hanno una stretta relazione con l'ormone ipofisario; altri invece, come prurito, infiammazione pelvica e secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l'utilizzo di queste piante. In questi casi la fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica.
Le piante estrogeniche e progesterone-like sono: Angelica, Aletris, Erba medica, Salvia, Luppolo, Ginseng, Alchemilla, Verbena, Salsapariglia, Soia, Kudzu, Cimicifuga; l'Ortica ha azione antiandrogena e la Cimicifuga è attiva sulla secrezione dell'ormone ipofisario. L'Agnocasto aumenta la produzione dell'ormone luteinizzante, inibisce il rilascio dell'ormone che stimola il follicolo, portando ad uno spostamento del rapporto a favore degli estrogeni rispetto ai gestageni, producendo effetti ormonali utilizzati contro disturbi connessi alla menopausa; inoltre, sperimentalmente, inibisce la secrezione della prolattina, risultando efficace sia nella sindrome premestruale che nella iperprolattinemia.
Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"; A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"; Fabio Firenzuoli "Le 100 erbe della salute"
Fitoestrogeni e trattamenti ormonali: legami pericolosi
Il ricorso ai fitoestrogeni va evitato nelle donne con tumore della mammella e affette da deprivazione ormonale da ormonoterapia.
Le donne con carcinoma della mammella positivo per i recettori degli estrogeni devono evitare di ricorrere ai fitoestrogeni nel tentativo di ridurre gli effetti da deprivazione ormonale causati dalla ormonoterapia in atto. Il 70% circa dei carcinomi della mammella esprime recettori per gli estrogeni. Questo dato è alla base della terapia adiuvante con farmaci che riducono la stimolazione di questi recettori quali il tamoxifene e derivati e gli inibitori delle aromatasi. L'ormonoterapia di per sé causa però numerosi effetti collaterali da deprivazione ormonale. I sintomi meno tollerati sono la secchezza delle mucose e la sindrome vasomotoria (le cosiddette vampate), oltre alle manifestazioni legate al lungo trattamento (artralgie, tipicamente causate dagli inibitori delle aromatasi, osteoporosi, ipertensione, alterazioni del metabolismo lipidico). Nelle donne in menopausa, è diventata popolare l'assunzione di integratori alimentari, contenenti principalmente derivati della soia o del trifoglio rosso, nell'ipotesi che abbiano un'azione di contrasto sui sintomi della menopausa. Gli estratti di queste piante contengono infatti fitoestrogeni, e in particolare isoflavoni (genisteina, daidzeina e gliciteina dalla soia e biocanina A e formononetina dal trifoglio), sostanze che hanno una blanda azione sia estrogenica sia antiestrogenica. Queste caratteristiche hanno suggerito la loro indicazione anche alle donne in trattamento con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi, suscitando allarme negli oncologi che ritengono tale pratica incongrua e rischiosa. Negli animali di laboratorio si è infatti dimostrato uno stimolo dose-dipendente da fitoestrogeni nella crescita di cellule tumorali umane della mammella estrogeno-sensibili (CMF-7) [1]. In modelli analoghi risulta anche abrogata la prevenzione del tamoxifene alla crescita tumorale [2]. A seguito della diffusione di tale pratica sono stati condotti due studi per verificare l'efficacia di integratori a base di soia (90-150 mg/die di isoflavoni) in pazienti sintomatiche per deprivazione ormonale (vampate diurne e notturne) [3,4]. Le pazienti, trattate per carcinoma della mammella e molte in trattamento con tamoxifene o raloxifene, sono state randomizzate in doppio cieco a ricevere il trattamento con isoflavoni o placebo. In nessuno dei due studi si sono rilevate differenze statisticamente significative nella sintomatologia, anche quando stratificate a ricevere tamoxifene. Per cui gli isoflavoni non sembrano ridurre la sintomatologia legata alla terapia ormonale e potrebbero invece avere un'attività di stimolo sulla crescita tumorale. Secondo alcuni lavori scientifici, le popolazioni asiatiche sarebbero meno esposte al rischio di carcinoma della mammella per l'elevata ingestione di derivati della soia: questa osservazione è di difficile interpretazione epidemiologica e non può essere trasferita alle popolazioni occidentali né ad altri effetti ormonali degli isoflavoni [5,6]. Tali sostanze, quindi, vanno utilizzate con molta cautela da parte delle donne con carcinoma della mammella e solo se con recettori ormonali negativi. I medici che hanno pazienti in trattamento con tamoxifene o inibitori delle aromatasi dovrebbero vigilare e sconsigliare l'uso di prodotti a elevato titolo di fitoestrogeni, anche perché molti degli integratori alimentari in commercio rimandano a siti Internet nei quali sono rivendicati effetti terapeutici non dimostrati, sostenuti con letteratura di parte o mal interpretata.
La Salvia rientrava tra le erbe che gli antichi Egizi usavano per l'imbalsamazione ma la consideravano utile anche a dare fertilità alle donne. I Greci invece impedivano agli atleti di assumerla durante le gare sportive, per evitare l'effetto "doping".
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Lu, Y. et al. (1994). Journal of Agricultural and Food Chemistry
Eidi, M. et al. (2006). Phytomedicine
Miliauskas, G. et al. (2004). Food Chemistry
Wang, M. et al. (1999). Journal of Natural Products