LIANA SEMPREVERDE CON FUSTI RAMIFICATI E NODOSI CHE SI ARRAMPICANO TRAMITE RADICI AVVENTIZIE FINO A 10 METRI DI ALTEZZA. LE FOGLIE SONO ALTERNE, SEMPLICI, OVATE O ELLITTICHE, LUNGHE 5-10 CM, CORIACEE, DI COLORE VERDE SCURO, CON MARGINE INTERO E APICE ACUTO, PORTATE SU BREVI PICCIOLI. I FIORI SONO PICCOLI, BIANCASTRI O VERDASTRI, UNISESSUALI O ERMAFRODITI, RIUNITI IN SPIGHE PENDULE LUNGHE 4-12 CM CHE SI SVILUPPANO ALL'ASCELLA DELLE FOGLIE. LE PIANTE SONO GENERALMENTE DIOICHE O MONOICHE. I FIORI MASCHILI HANNO 2-10 STAMI. I FIORI FEMMINILI HANNO UN OVARIO SUPERO CON 2-5 STIMMI. IL FRUTTO È UNA DRUPA GLOBOSA, PICCOLA (3-5 MM DI DIAMETRO), DI COLORE VERDE CHE DIVENTA ROSSO A MATURAZIONE E POI NERO UNA VOLTA ESSICCATO, CONTENENTE UN SINGOLO SEME. LE DRUPE SONO FITTAMENTE DISPOSTE LUNGO LA SPIGA. LA FIORITURA AVVIENE DURANTE LA STAGIONE DELLE PIOGGE E I FRUTTI MATURANO NELLA STAGIONE SECCA SUCCESSIVA.
TUTTO L'ANNO NEI CLIMI TROPICALI, CON PICCHI TRA MARZO E MAGGIO (PRIMAVERA)
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____BIANCO
Originaria delle regioni tropicali umide dell'India sud-occidentale, in particolare della regione del Malabar. Predilige climi caldi e umidi, con temperature elevate e precipitazioni abbondanti e ben distribuite durante tutto l'anno, tipici delle foreste pluviali tropicali. Cresce meglio in terreni ben drenati, ricchi di humus e leggermente acidi, spesso arrampicandosi su alberi o supporti verticali in ambienti ombreggiati o parzialmente ombreggiati all'interno della foresta. La sua coltivazione si è diffusa in molte altre regioni tropicali del mondo, come Indonesia, Brasile, Vietnam e Sri Lanka, che offrono condizioni climatiche simili. In Italia non è una specie spontanea e la sua coltivazione è possibile solo in ambienti protetti con condizioni tropicali controllate. Il suo habitat naturale è la foresta pluviale umida tropicale.
Note e Bibliografia relativa a proprietà e indicazioni
Bone K., Mills S. Principles and Practice of Phytotherapy. Churchill Livingstone.
Johri R.K. Piperine: a bioenhancer. Indian Journal of Experimental Biology.
Meghwal M., Goswami T.K. Piper nigrum and its bioactive compound piperine: a review. International Journal of Food Properties.
Gorgani L. et al. Piperine—The Bioactive Compound of Black Pepper: From Isolation to Health Benefits. Critical Reviews in Food Science and Nutrition.
Modern Herbal Medicine Compendia and Pharmacognosy Texts (varie edizioni).
Studi preclinici e alcune evidenze cliniche mostrano una buona capacità antiossidante legata ai composti fenolici e alla piperina.
Diversi studi sperimentali hanno documentato effetti modulanti sui mediatori dell’infiammazione.
Evidenze mostrano un effetto positivo sulla secrezione gastrica e sull’attività enzimatica digestiva.
Documentata attività antimicrobica e antifungina in vitro.
La piperina può migliorare l’assorbimento di varie sostanze bioattive secondo studi controllati.
Alcune evidenze riportano effetti favorevoli sul metabolismo energetico e sul dispendio calorico, coadiuvante in programmi di gestione del peso nell’ambito di stili di vita adeguati.
GRAVIDANZA (RISCHIO DI STIMOLAZIONE UTERINA), ALLATTAMENTO (MANCANZA DI DATI SUFFICIENTI), IPERSENSIBILITÀ ACCERTATA AI COMPONENTI (PIPERINA, OLI ESSENZIALI), ULCERA GASTRODUODENALE ATTIVA, EPILESSIA (POTENZIALE INTERAZIONE CON FARMACI ANTICONVULSIVANTI), INSUFFICIENZA EPATICA/RENALE GRAVE (METABOLISMO ED ELIMINAZIONE COMPROMESSI), USO CONCOMITANTE CON ANTICOAGULANTI/ANTIAGGREGANTI (ES. WARFARIN, ASPIRINA) PER RISCHIO DI SINERGIA EMORRAGICA, TERAPIE CON FARMACI SEROTONINERGICI (ES. ANTIDEPRESSIVI SSRI)
NON SUPERARE I 15 MG/DIE DI PIPERINA (EQUIVALENTI A ~2 G DI PEPE NERO), EVITARE L'USO PROLUNGATO (>8 SETTIMANE) SENZA PAUSE, MONITORARE PRESSIONE ARTERIOSA IN SOGGETTI IPERTESI (POSSIBILE AUMENTO TRANSITORIO), SOSPENDERE IN CASO DI IRRITAZIONE GASTROINTESTINALE (NAUSEA, DIARREA) O REAZIONI CUTANEE, CAUTELA IN ASSOCIAZIONE CON FARMACI METABOLIZZATI DAL CITOCROMO P450 (AUMENTO DELLA BIODISPONIBILITÀ), PREFERIRE ESTRATTI STANDARDIZZATI (ES. TITOLATI AL 5-9% IN PIPERINA) A PREPARAZIONI CASALINGHE, EVITARE L'APPLICAZIONE TOPICA NON DILUITA (RISCHIO DI IRRITAZIONE MUCOCUTANEA), SOSPENDERE 2 SETTIMANE PRIMA DI INTERVENTI CHIRURGICI
(Farmaci o sostanze da evitare per interazioni avverse o incompatibilità farmacologiche)
ANSIOLITICI
ANTIAGGREGANTI PIASTRINICI
ANTIARITMICI
ANTICOAGULANTI
ANTIDEPRESSIVI
ANTIEPILETTICI
ANTIIPERTENSIVI
ANTIPSICOTICI
ANTIVIRALI
BETABLOCCANTI
CALCIO ANTAGONISTI
FANS (FARMACI ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI)
IMMUNOSOPPRESSORI
IPOGLICEMIZZANTI
SEDATIVI DEL SNC
(Erbe che possono aumentare l'efficacia fitoterapica)
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva o di trattamento. Consultare un fitoterapeuta per personalizzare le combinazioni.
(Erbe che possono diminuire l'effetto fitoterapico o causare interazioni avverse)
1. Estratto secco standardizzato in piperina
È la forma più diffusa negli integratori.
Generalmente ottenuto dai frutti essiccati di Piper nigrum.
Le standardizzazioni più comuni riportate dal settore nutraceutico indicano percentuali elevate di piperina.
Impiegato come cofattore in prodotti a base di fitocomposti, vitamine o estratti vegetali.
2. Estratto secco di frutto non standardizzato (grado alimentare-erboristico)
Ricavato dal frutto intero macinato o da estrazione blanda.
Meno concentrato rispetto agli estratti titolati.
Utilizzato come ingrediente in miscele digestive, formulazioni aromatiche e composti tradizionali.
3. Piperina purificata
È la forma isolata dell’alcaloide principale.
Presente in integratori a uso nutraceutico come sostanza singola o combinata.
Richiede prudenza per la maggiore concentrazione.
4. Estratti combinati (complessi nutraceutici)
Prodotti che associano Piper nigrum L. con altri estratti per sfruttarne il ruolo coadiuvante.
Forme comuni:
Curcumina + piperina
Resveratrolo + piperina
Complessi multivitaminici con piccole quantità di estratto
Integratori a base di altre spezie (zenzero, cannella, cardamomo) con aggiunta di Piper nigrum
5. Oleoresina di pepe nero
Estratto semi-solido contenente componenti aromatici e una quota variabile di piperina.
Utilizzato più spesso nell’industria alimentare e in alcune formulazioni erboristiche tradizionali.
6. Olio essenziale di pepe nero
Distillato dei frutti.
Utilizzato principalmente in aromaterapia e preparazioni cosmetiche.
Non impiegato come integratore orale.
7. Polvere micronizzata ad alta biodisponibilità
Particolare lavorazione del frutto macinato.
Impiegata in alcune formulazioni per distribuzione più uniforme in capsule.
Avvertenze generali (senza posologia)
Gli estratti titolati o la piperina isolata sono molto più concentrati rispetto al semplice pepe alimentare.
La piperina può modificare l’assorbimento di altre sostanze; prudenza in presenza di terapie farmacologiche.
Gli estratti concentrati non devono essere confusi con il pepe utilizzato per scopi culinari.
In gravidanza, allattamento o in caso di patologie, è necessario un parere professionale.
Bibliografia
Bone K., Mills S. Principles and Practice of Phytotherapy. Churchill Livingstone.
Pharmacognosy and Phytochemistry Texts (varie edizioni).
Nutraceutical Ingredient Compendia (formulazioni e standardizzazioni commerciali).
Herbal Monographs on Culinary Spices and Extracts.
(Basate su evidenze scientifiche e sicurezza d'uso)
1. Infuso digestivo leggermente piccante (uso tradizionale sicuro)
Ingredienti
Piper nigrum L. (1–2 grani schiacciati, uso alimentare)
Zingiber officinale (fetta sottile fresca)
Foeniculum vulgare (semi, uso da tisana)
Matricaria chamomilla (capolini)
Indicazione tradizionale: tisana per dopo pasto, gusto aromatico e sensazione di leggerezza.
Nota: l’uso è paragonabile alle tisane digestive comuni; il pepe è in quantità minima culinaria.
2. Infuso aromatico riscaldante
Ingredienti
Piper nigrum L. (pochissimi grani, uso alimentare)
Cinnamomum verum (corteccia per infuso)
Zingiber officinale (radice fresca o secca)
Citrus sinensis (scorza essiccata)
Indicazione tradizionale: bevanda calda dal carattere speziato e riscaldante, molto diffusa nella tradizione Ayurvedica e in quella mediterranea.
3. Infuso aromatizzato per il benessere generale
Ingredienti
Piper nigrum L. (1–2 grani, uso aromatico)
Rosmarinus officinalis (foglie)
Thymus vulgaris (foglie)
Salvia officinalis (foglie)
Indicazione tradizionale: tisana balsamica e stimolante, usata nelle stagioni fredde come bevanda aromatica.
4. Tisana speziata con piante sinergiche dolci
Ingredienti
Piper nigrum L. (minima quantità, uso aromatico)
Glycyrrhiza glabra (radice, taglio tisana)
Foeniculum vulgare (semi)
Elettaria cardamomum (semi)
Indicazione tradizionale: bevanda dal gusto morbido e speziato, consumata dopo i pasti o come tisana da relax leggermente speziata.
5. Tisana con Piper nigrum per bioattivazione culinaria
(Uso gastronomico–erboristico molto leggero)
Ingredienti
Piper nigrum L. (un pizzico, uso alimentare)
Curcuma longa (polvere, uso culinario)
Zingiber officinale (fresco o secco)
Latte vegetale o acqua calda
Indicazione tradizionale: bevanda ispirata al “golden milk”, dove l’aggiunta minima di pepe nero è tradizionale per armonizzare la miscela.
6. Decotto aromatico semplice
Ingredienti
Piper nigrum L. (2–3 grani interi)
Cinnamomum verum o Zingiber officinale
Indicazione tradizionale: bevanda speziata, molto comune nella cucina e nelle tradizioni erboristiche asiatiche come infuso serale dolcemente aromatico.
Note fondamentali di sicurezza
Le formulazioni riportate non hanno finalità terapeutiche.
Le quantità di Piper nigrum sono di livello culinario, considerate sicure nella popolazione generale.
Evitare in caso di ipersensibilità individuale, problemi gastrici irritativi, gravidanza o uso di farmaci senza supervisione professionale.
Non utilizzare estratti concentrati, piperina isolata o dosaggi elevati.
Bibliografia
Bone K., Mills S. Principles and Practice of Phytotherapy. Churchill Livingstone.
Pharmacognosy and Phytochemistry Texts (edizioni varie).
Traditional Ayurvedic Herbarium and Culinary-Spice Monographs.
European Herbal Legacy: Traditional Uses of Aromatic Spices.
Consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi preparato
Ma cos'è un afrodisiaco?...
A questa domanda, secondo una ricerca condotta in Francia nel 1990, la maggior parte degli uomini ha risposto che le sostanze afrodisiache servono ad aumentare la perfomance sessuale, mentre per la maggior parte delle donne servono ad aumentare il desiderio. Qualcuno infine pensa che aumentino il piacere. Anche se differenti, ciò che accomuna queste risposte è la ricerca del plus jouir. La pianta ideale per il suo potere afrodisiaco sarebbe quindi quella in grado di favorire il ciclo dell'amore: desiderio, seduzione e realizzazione del piacere. Il desiderio, ad esempio, è risvegliato in noi attraverso i sensi, e l'olfatto indubbiamente gioca un ruolo molto importante. Molte sostanze, da sempre considerate come afrodisiache, lo sono innanzitutto per il loro odore: pepe, tabacco, vaniglia, ylang-ylang, zenzero, zafferano, vetiver, cannella, geranio.
Fra le piante che sono considerate afrodisiache per eccellenza meritano di essere segnalate: Eleuterococco, Damiana, Ginseng, Catuaba, Suma, Epimedium, Salvia, Rosmarino, Santoreggia, Menta, Guaranà, Zenzero, ecc.
Per l'azione antiastenica, infine, si ricordano: alghe (Fucus, Laminarie), bevande eccitanti (Caffè, Tè, Mate), bevande toniche come la Rosa cherokee, cereali, frutta fresca, frutta secca, verdure (Carota, Cicoria, Crescione, Spinaci) ecc. La fitoterapia pertanto, anche se non in chiave miracolistica, può offrire un valido ausilio, con un miglioramento notevole dei sintomi, soprattutto se inserita in una strategia di trattamento più generale. Le piante da sole infatti non sono in grado di migliorare la sessualità di una coppia che ha occultato la propria seduzione o che, comunque, non riesce più a comunicare: per entrare nel ciclo del piacere, infatti, bisogna poter comunicare".
Ma ora classifichiamo le piante afrodisiache in:
a) afrodisiaci spinali sacrali, quando stimolano il centro parasimpatico sacrale che controlla il meccanismo dell'erezione (Damiana, Ginseng, Yohimbehe, Noce vomica);
b) afrodisiaci riflessogeni genito-urinari, quando agiscono con azione irritante delle vie urinarie e genitali che, per riflesso, esercitano una esaltazione del centro dell'erezione (Echinacea);
c) afrodisiaci encefalici o psicogeni, quando agiscono sui centri nervosi encafalici provocando lo stimolo dell'appetito sessuale (gli eccitanti del sistema nervoso centrale).
Gli anafrodisiaci che, invece, calmano un appetito sessuale troppo intenso ed eccessivo, sintomo anch'esso di squilibrio della sfera sessuale, sono: Salice bianco, Ninfea, Luppolo e Lattuga virosa.
[Tratto da:
[Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"]
[A.Y. Leung & S. Foster "Enciclopedia delle piante medicinali"]
[Marzio Pedretti "L'erborista moderno"]
Il pepe nero si ottiene raccogliendo le spighe appena i primi frutti diventano rossi. Nell´essiccamento, i frutti acerbi diventano neri. Il pepe bianco invece, si ottiene raccogliendo i frutti rossi maturi che si fanno fermentare o macerare, dopo qualche giorno si asporta la parte molle e si essiccano al sole. In questo modo il sapore della spezia risulta più delicato. Anche il pepe verde viene prodotto a partire dal frutto acerbo ma è trattato durante il procedimento di essicazione per evitare l'annerimento. Il pepe grigio, solitamente, è una miscela di pepe nero e pepe bianco macinati e ridotti in polvere.
Il Pepe rosa (Schinus) o Falso pepe e il Pepe di Sichuan (Zanthoxylum), provengono da piante di altro genere, il Pepe di Giamaica è ottenuto dalla Pimenta dioica (L.) Merr., il Pepe lungo è dato dalla specie longum di Piper e la forma delle bacche è allungata.
Il Pepe perde aroma e sapore se esposto alla luce e conservato all'aperto. Per l'uso come spezia andrebbe macinato solo al momento del consumo.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Srinivasan, K. (2007). Black pepper and its pungent principle-piperine: A review of diverse physiological effects. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 47(8), 735-748.
Zarai, Z., et al. (2013). Antioxidant and antimicrobial activities of Piper nigrum essential oil. Journal of Medicinal Plants Research, 7(15), 931-936.
Meghwal, M., & Goswami, T.K. (2013). Piper nigrum and piperine: An update. Phytotherapy Research, 27(8), 1121-1130.
Damanhouri, Z.A., & Ahmad, A. (2014). A review on therapeutic potential of Piper nigrum L. Journal of Pharmacy and Pharmacology, 66(8), 1067-1077.
Parmar, V.S., et al. (1997). Phytochemistry of Piper species. Phytochemistry, 46(4), 597-673.