PIANTA ERBACEA PERENNE CON RADICE A FITTONE, FUSTI FIORALI CAVI PRIVI DI FOGLIE. ROSETTA BASALE CON FOGLIE E SCAPI FINO A 45 CM. I CAPOLINI SOLITARI SONO FORMATI DA FIORI LIGULATI GIALLI. L'ACHENIO SI PROLUNGA IN UN FILAMENTO CHE TERMINA CON UN PAPPO SETOLOSO A FORMA DI OMBRELLO.
TUTTO L'ANNO GENNAIO FEBBRAIO MARZO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE (CON PICCHI IN PRIMAVERA, APRILE-MAGGIO), PRODUCENDO CAPOLINI GIALLI CHE SI TRASFORMANO IN SOFFIONI
COLORI OSSERVATI NEI FIORI
____GIALLO
Pianta molto adattabile che si trova in una vasta gamma di habitat, inclusi prati, pascoli, giardini, bordi stradali, terreni incolti, aree disturbate, boschi aperti e persino fessure nell'asfalto. Cresce bene in pieno sole ma tollera anche l'ombra parziale. Predilige suoli umidi e ben drenati, ma si adatta a diverse condizioni di suolo, inclusi quelli poveri, compattati e con pH variabile. La sua distribuzione è cosmopolita, essendo presente in quasi tutte le regioni temperate del mondo. La sua capacità di riprodursi sia per seme (anche per apomissia, producendo semi geneticamente identici alla pianta madre) che per via vegetativa tramite frammentazione della radice contribuisce alla sua ampia diffusione e alla sua persistenza in diversi ambienti. È una delle piante più comuni e resilienti, capace di colonizzare rapidamente nuovi spazi.
Studi clinici e sperimentali confermano che estratti di Taraxacum officinale aumentano l’escrezione urinaria di acqua e sali, supportando la funzione renale in condizioni di ritenzione idrica lieve.
È stato dimostrato che i composti presenti nelle radici e nelle foglie favoriscono la secrezione biliare e il tono della colecisti.
Componenti come flavonoidi e carotenoidi mostrano capacità di contrastare lo stress ossidativo in modelli sperimentali.
Nella pratica fitoterapica moderna Taraxacum officinale è utilizzato come stimolante delle secrezioni digestive e della motilità gastrointestinale.
Usato per alleviare la sensazione di gonfiore e favorire l’equilibrio dei liquidi, in combinazione con altre piante drenanti come betulla e ortica.
In formulazioni combinati, il tarassaco contribuisce a una riduzione dello stato infiammatorio di basso grado.
Indicazioni: affezioni infiammatorie lievi del tratto digerente e del sistema uro-renale.
Le azioni eupeptica, colagoga e diuretica sono confermate per le foglie della pianta. L'effetto lassativo (blando) è in relazione ala contenuto di inulina nella radice. Il Tarassaco ha sempre avuto una grande importanza fitoterapeutica specialmente come drenante e depurativo delle vie epatiche e del sangue.
PIANTA SEGNALATA
OSTRUZIONE DELLE VIE BILIARI (CALCOLI BILIARI, COLANGITE), ULCERA GASTRODUODENALE ATTIVA, GASTRITE SEVERA, ALLERGIA ALLE ASTERACEAE (ES. CAMOMILLA, AMBROSIA), INSUFFICIENZA RENALE GRAVE (RISCHIO IPERKALIEMIA), INSUFFICIENZA CARDIACA SCOMPENSATA, TERAPIE CON LITIO O DIURETICI RISPARMIATORI DI POTASSIO, GRAVIDANZA (PER MANCANZA DI STUDI SULLA SICUREZZA), ALLATTAMENTO (PASSAGGIO DI PRINCIPI ATTIVI NEL LATTE), BAMBINI SOTTO I 12 ANNI (MANCANZA DI DATI PEDIATRICI)
MONITORARE I LIVELLI DI POTASSIO IN PAZIENTI CON INSUFFICIENZA RENALE/CARDIACO O IN TERAPIA CON ACE-INIBITORI/FANS, EVITARE ASSUNZIONE CONCOMITANTE CON ANTICOAGULANTI (ES. WARFARIN) PER RISCHIO DI AUMENTARNE L'EFFETTO, SOSPENDERE 2 SETTIMANE PRIMA DI INTERVENTI CHIRURGICI (POTENZIALE EFFETTO ANTIAGGREGANTE), PREFERIRE ESTRATTI STANDARDIZZATI PER USO INTERNO (ES. 300 MG/DIE DI ESTRATTO SECCO), LIMITARE L'USO PROLUNGATO (>6 SETTIMANE) SENZA SUPERVISIONE MEDICA, EVITARE IN CASO DI TERAPIE ANTIDIABETICHE (POSSIBILE SINERGIA IPOGLICEMIZZANTE), ESEGUIRE PATCH TEST CUTANEO PER SOGGETTI ALLERGICI ALLE COMPOSITE
(Farmaci o sostanze da evitare per interazioni avverse o incompatibilità farmacologiche)
ALCOL E PREPARAZIONI ALCOLICHE AD ALTA GRADAZIONE
CALCIO (INTEGRATORI)
CICLOSPORINA
DIURETICI FORTI E DI SINTESI
FARMACI PER TIROIDE (LEVOTIROXINA)
FERRO (INTEGRATORI)
IMMUNOSOPPRESSORI
(Erbe che possono aumentare l'efficacia fitoterapica)
* Si tenga presente che talvolta la stessa erba indicata come sinergica o antagonista, potrebbe assumere entrambi i ruoli in funzione della dose utilizzata e/o della forma estrattiva o di trattamento. Consultare un fitoterapeuta per personalizzare le combinazioni.
(Erbe che possono diminuire l'effetto fitoterapico o causare interazioni avverse)
Estratto secco standardizzato (capsule o compresse)
Questa è la forma più comune di integratore a base di Taraxacum officinale.
Forma: capsule o compresse contenenti estratto secco standardizzato delle parti aeree e/o delle radici.
Posologia tipica: una o due capsule/compresse al giorno, preferibilmente durante i pasti con acqua.
Uso: supporto delle funzioni diuretica, epato-biliare e digestiva, favorendo equilibrio idrico e comfort gastrointestinale.
Estratto liquido (glicerico o idroalcolico)
In erboristeria si trovano preparati liquidi realizzati con estratti idroalcolici o glicerici.
Forma: estratto liquido in flacone con contagocce.
Posologia tipica: 20-30 gocce, 1–3 volte al giorno, diluite in poca acqua o succo, meglio dopo i pasti.
Uso: modalità adatta per chi preferisce evitare capsule o per uso personalizzato in combinazione con tisane.
Tintura madre (estratto idroalcolico tradizionale)
La tintura madre è un estratto erboristico classico che può essere utilizzato anche in formulazioni fitoterapiche.
Forma: soluzione idroalcolica in flacone con contagocce.
Posologia tipica: 15-30 gocce, 2–3 volte al giorno, diluite in acqua o altro liquido non alcolico.
Uso: impiegata per sostenere la funzione epato-digestiva e drenante, spesso in sinergia con altre piante.
Tisane e infusi standardizzati
Esistono prodotti di tisane standardizzate che combinano Taraxacum officinale con altre piante sinergiche.
Forma: tisane o infusi in filtro o sfusi.
Posologia tipica: una tazza al giorno (200-250 ml), preparata con un filtro o 1-2 cucchiaini di miscela in acqua bollente, lasciata in infusione 5-10 minuti e poi filtrata.
Uso: supporto quotidiano per digestione, drenaggio dei liquidi e benessere epatico.
Formulazioni combinate con altre erbe
Molti prodotti integratori associano Taraxacum officinale ad altre piante con azione complementare, come ortica, betulla, radice di bardana o carciofo, per potenziarne l’efficacia.
Forma: capsule, compresse o estratti liquidi combinati.
Posologia tipica: una o due unità al giorno, da assumere durante i pasti principali.
Uso: impiegati per migliorare l’azione depurativa e digestiva, sinergie per il drenaggio metabolico.
Indicazioni generali di posologia e sicurezza
Le dosi indicate qui rappresentano range tipici adottati nella pratica fitoterapica e nelle formulazioni commerciali. È consigliabile seguire anche le istruzioni specifiche riportate sulle confezioni dei prodotti acquistati, in quanto possono variare in base alla titolazione dell’estratto e alla composizione specifica della formulazione.
Per l’uso prolungato, per condizioni mediche specifiche o in presenza di terapie farmacologiche in corso, si raccomanda il parere di un medico, farmacista o erborista qualificato.
Bibliografia
Blumenthal M., Goldberg A., Brinckmann J., *Herbal Medicine: Expanded Commission E Monographs*, Integrative Medicine Communications
Mills S., Bone K., *Principles and Practice of Phytotherapy*, Churchill Livingstone
Hoffmann D., *Medical Herbalism: The Science and Practice of Herbal Medicine*, Healing Arts Press
Wichtl M., *Herbal Drugs and Phytopharmaceuticals: A Handbook for Practice on a Scientific Basis*, Medpharm Scientific Publishers
Bradley P., *British Herbal Compendium: A Handbook of Scientific Information on Widely Used Plant Drugs*, British Herbal Medicine Association
(Basate su evidenze scientifiche e sicurezza d'uso)
1) Tisana semplice di Taraxacum (Dente di leone)
Ingredienti:
1–2 cucchiaini di parti aeree essiccate di Taraxacum officinale
Preparazione:
Versare 200-250 ml di acqua bollente sulle erbe e lasciare in infusione 7–10 minuti, quindi filtrare.
Dosaggio:
1 tazza al giorno, preferibilmente al mattino o dopo i pasti.
Uso:
Supporto delle funzioni diuretica e depurativa, favorisce la digestione e l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
2) Tisana Taraxacum + Ortica + Betulla (azione drenante)
Ingredienti:
Parti aeree di Taraxacum officinale
Foglie di Urtica dioica (ortica)
Foglie di Betula pendula / Betula pubescens (betulla)
Proporzioni indicative:
Parti uguali delle tre erbe.
Preparazione:
1 cucchiaino della miscela in 200-250 ml di acqua bollente, infusione 7–10 minuti, filtrare.
Dosaggio:
1 tazza al giorno, al mattino.
Uso:
Favorisce il drenaggio dei liquidi corporei e sostiene la funzione renale; combinazione sinergica classica nella fitoterapia depurativa.
3) Tisana Taraxacum + Carciofo + Finocchio (azione epato-digestiva)
Ingredienti:
Parti aeree di Taraxacum officinale
Foglie di Cynara scolymus (carciofo)
Semi di Foeniculum vulgare (finocchio)
Proporzioni indicative:
Carciofo e tarassaco in quantità moderate, finocchio leggero per gusto e digestione.
Preparazione:
1 cucchiaino della miscela in 200-250 ml di acqua bollente, infusione 7–10 minuti, quindi filtrare.
Dosaggio:
1 tazza al giorno, preferibilmente dopo un pasto principale.
Uso:
Supporto della funzione epatica e biliare, per migliorare la digestione dei grassi e ridurre la pesantezza gastrica.
4) Tisana Taraxacum + Camomilla + Menta (azione lenitiva e armonizzante)
Ingredienti:
Parti aeree di Taraxacum officinale
Fiori di Matricaria chamomilla (camomilla)
Foglie di Mentha × piperita (menta)
Proporzioni indicative:
Maggiore presenza di camomilla per effetto calmante, tarassaco e menta a supporto.
Preparazione:
1 cucchiaino della miscela in 200-250 ml di acqua bollente, infusione 6–8 minuti, filtrare.
Dosaggio:
1 tazza al giorno, eventualmente prima di coricarsi.
Uso:
Indicata per il benessere digestivo generale, con effetto calmante sul tratto gastrointestinale e per favorire relax.
5) Formulazioni combinate con estratti liquidi
Oltre alle tisane, Taraxacum officinale può essere associato ad estratti idroalcolici o glicerici di erbe sinergiche, come bardana, carciofo, ortica o betulla. In questi casi, una modalità di assunzione comune è:
Esempio d’uso:
Preparare una tisana base (come quelle sopra descritte), filtrare e poi aggiungere 20–30 gocce di estratto liquido sinergico diluito in poca acqua tiepida, 1 volta al giorno, preferibilmente alla sera o dopo i pasti.
Questa integrazione consente di unire l’azione delicata dell’infuso con la concentrazione degli estratti, per un effetto più completo.
Indicazioni generali sui dosaggi
Le dosature utilizzate nelle tisane qui proposte si mantengono in un range sicuro e ben tollerato, adatto anche all’uso quotidiano stagionale.
Per un uso prolungato o in presenza di condizioni mediche specifiche (come patologie epatiche, renali o gastroenteriche), è consigliabile consultare un professionista sanitario o un erborista per una formulazione personalizzata.
In caso di sensibilità gastrica, si può ridurre la quantità di Taraxacum o combinarla con erbe più delicate come camomilla o finocchio.
Bibliografia
Blumenthal M., Goldberg A., Brinckmann J., *Herbal Medicine: Expanded Commission E Monographs*, Integrative Medicine Communications
Mills S., Bone K., *Principles and Practice of Phytotherapy*, Churchill Livingstone
Hoffmann D., *Medical Herbalism: The Science and Practice of Herbal Medicine*, Healing Arts Press
Wichtl M., *Herbal Drugs and Phytopharmaceuticals: A Handbook for Practice on a Scientific Basis*, Medpharm Scientific Publishers
Bradley P., *British Herbal Compendium: A Handbook of Scientific Information on Widely Used Plant Drugs*, British Herbal Medicine Association
Consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi preparato
Vino di Taraxacum officinale (vino di fiori di dente di leone)
Ingredienti
Fiori freschi di tarassaco (solo la parte gialla): circa 500–700 g
Vino bianco secco: 1 litro
Zucchero (opzionale, per bilanciare l’amaro): 100–200 g
Acqua (se necessario per sciogliere lo zucchero): 100–200 ml
Procedimento
Raccolta dei fiori
Raccogliere i fiori di tarassaco nelle ore più soleggiate e lontano da strade e inquinanti. Scartare la parte verde amara e utilizzare solo i petali gialli.
Preparazione del vino
Mettere i fiori in un vaso di vetro capiente e versare il vino bianco fino a coprire completamente i fiori.
Se si desidera un vino più dolce o aromatico, sciogliere lo zucchero nell’acqua calda e aggiungere allo stesso tempo del vino.
Macerazione alcolica
Chiudere ermeticamente il vaso e lasciare macerare in un luogo fresco e al riparo dalla luce per 2–4 settimane, agitandolo gentilmente ogni pochi giorni.
Filtrazione e imbottigliamento
Filtrare il liquido con garza o colino fine, eliminando i residui vegetali. Trasferire il vino filtrato in bottiglie di vetro scuro, chiudere e conservare in luogo fresco.
Uso
Gastronomico: il vino di tarassaco può essere servito come aperitivo aromatico o usato per accompagnare piatti leggeri, insalate o come ingrediente in cucina creativa.
Fitoterapico tradizionale: secondo l’uso popolare, è considerato un tonico digestivo e depurativo, in particolare in stagioni di transizione (primavera) o dopo pasti abbondanti. Può essere consumato in piccole quantità (ad esempio un bicchierino da liquore) prima o dopo i pasti.
Caratteristiche organolettiche: profilo aromatico floreale e leggermente amaro-erbaceo, con note che ricordano la natura fresca dei fiori di tarassaco.
Preparazione alcolica (macerato/tintura)
Oltre al “vino di fiori”, in fitoterapia si preparano macerati o tinture con Taraxacum officinale per estrarre i principi attivi:
Ingredienti:
Parti aeree o radici secche di tarassaco
Alcol etilico a circa 45–60% vol
Procedimento base:
Riempire un vasetto di vetro con la droga botanica (polverizzata o sminuzzata).
Coprire con alcol 45–60% vol, chiudere e lasciare macerare per 2–6 settimane in luogo fresco e al riparo dalla luce, agitandolo ogni tanto.
Filtrare e imbottigliare il macerato.
Uso del macerato alcolico:
20–30 gocce, 1–3 volte al giorno, diluite in poca acqua o infuso tiepido, preferibilmente dopo i pasti.
Impiegato come coadiuvante delle funzioni depurative e digestive o in sinergia con altre piante fitoterapiche.
Nota di sicurezza
Le preparazioni alcoliche vanno assunte con moderazione e non sono adatte a chi deve evitare l’alcol (bambini, donne in gravidanza/allattamento, persone con patologie specifiche).
In presenza di disturbi epatici, gastrici importanti o terapia farmacologica, è consigliabile consultare un professionista sanitario prima dell’uso.
Bibliografia
Blumenthal M., Goldberg A., Brinckmann J., *Herbal Medicine: Expanded Commission E Monographs*, Integrative Medicine Communications
Mills S., Bone K., *Principles and Practice of Phytotherapy*, Churchill Livingstone
Hoffmann D., *Medical Herbalism: The Science and Practice of Herbal Medicine*, Healing Arts Press
Wichtl M., *Herbal Drugs and Phytopharmaceuticals: A Handbook for Practice on a Scientific Basis*, Medpharm Scientific Publishers
Bradley P., *British Herbal Compendium: A Handbook of Scientific Information on Widely Used Plant Drugs*, British Herbal Medicine Association
Il miele di tarassaco si produce allo stato uniflorale soprattutto nelle zone collinari e di bassa montagna che circondano la pianura padana, sia alpine che appenniniche (Friuli, Trentino, Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia).
Colore ambrato con riflessi gialli nel miele liquido; crema o giallo quando cristallizzato; beige con riflessi rosati se miscelato a salice o con toni più spenti se miscelato a crucifere o fruttiferi. Il colore giallo più vivo è indice di maggiore purezza. Odore molto caratteristico; pungente, penetrante, acuto, volgare, ammoniacale, di stalla, di piedi, di botte, di vino cotto, di marsala, di aceto, dei fiori della pianta essiccati. Sapore poco o normalmente dolce; normalmente acido; amaro non percettibile o leggero; a volte rinfrescante; astringente. Aroma molto caratteristico; simile all'odore ma più fine; ammoniacale, di infuso di camomilla, di spezie fresche, di caramella agli oli essenziali, di rancido.
Produzione abbondante di polline di colore arancione.
[Di: Marco Accorti, Roberto Colombo, Gian Luigi Marcazzan, Livia Persano Oddo, Maria Lucia Piana, Maria Gioia Piazza, Patrizio Pulcini, Anna Gloria Sabatini]
Tratto da: api.entecra.it - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
Foglie giovani crude
Raccolte prima della fioritura, sono tenere e meno amare
Utilizzate in insalate miste con olio extravergine, limone o aceto
Spesso abbinate a uova sode, formaggi freschi o frutta secca
Caratteristiche: gusto amarognolo delicato, stimolante per la digestione
Foglie cotte
Bollite brevemente o saltate in padella
Usate come verdura da contorno, simile a cicoria o bietola
Base per ripieni di torte salate, frittate, ravioli o gnocchi
Suggerimento: una breve sbollentatura riduce l’amaro
Germogli e rosette basali
Raccolti a inizio primavera
Consumati lessati e conditi o ripassati con aglio e olio
Molto apprezzati nelle cucine regionali italiane come piatto depurativo stagionale
Fiori freschi
Utilizzati per preparare frittelle, pastelle dolci o salate
Ingredienti per sciroppi e gelatine
Base per il tradizionale vino di tarassaco
Caratteristiche: aroma floreale, leggermente mielato
Boccioli
Raccolti chiusi
Conservati sott’aceto o sott’olio, come i capperi
Usati come condimento per insalate e piatti freddi
Radici cotte
Pulite, bollite o stufate
Usate come verdura invernale in zuppe e minestre
Radici tostate
Essiccate e tostate
Macinate per ottenere un surrogato del caffè privo di caffeina
Tradizionale nelle cucine rurali e in periodi di carestia
Sapore: tostato, amaro, simile al caffè d’orzo
Preparazioni tradizionali
Zuppe primaverili depurative
Risotti con foglie giovani
Pesti erbacei con foglie crude
Pane e focacce arricchite con foglie tritate
Liquori e vini aromatici a base di fiori
Indicazioni pratiche e sicurezza
Raccogliere solo piante da zone non inquinate, lontane da strade e pesticidi
Preferire foglie giovani per uso crudo
Lavare accuratamente tutte le parti
Evitare consumo eccessivo in soggetti con ipersensibilità gastrica o problemi biliari importanti
Valore gastronomico e culturale
Il tarassaco è considerato una verdura spontanea di pregio, simbolo della cucina contadina e della stagionalità primaverile. Oggi è riscoperto anche dall’alta cucina per il suo profilo amaricante naturale, ideale per piatti equilibrati e funzionali.
Per combattere disordini biologici e metabolici che accompagnano certe affezioni cutanee è estremamente importante favorire l'eliminazione delle tossine da parte dell'organismo, attraverso quelli che possono essere considerati gli emuntori naturali: fegato, reni, intestino, pelle in quanto il loro funzionamento difettoso ostacola l'eliminazione delle tossine prodotte dall'organismo.
Con l'attività generalizzata sulle ghiandole emuntorie o elettiva su alcuni organi come la pelle, certe piante sono in grado di potenziarne il loro potere filtrante aumentando quindi l'eliminazione degli elementi tossici dal sangue. Non a caso la medicina popolare prescrive "cure depurative primaverili" o "depurativi del sangue" per quelle persone che soffrono di foruncolosi, acne, sfoghi della pelle, disordini epatobiliari, infiammazioni, ecc.
Le piante depurative sono associabili e sinergiche tra loro. Viola tricolore, Bardana, Dulcamara, Olivo, Carciofo, Ribes nero, Fumaria, Tarassaco, Frassino spinoso, per esempio, rinforzano a vicenda la loro azione terapeutica e sono efficaci in tutte le forme di eruzioni cutanee.
[Tratto da: Enrica Campanini "Dizionario di fitoterapia e piante medicinali"]
Taraxacum deriva dal greco taraxis (disordine) e akos (rimedio), indicando un rimedio per “ristabilire l’equilibrio”.
Officinale segnala l’antico utilizzo nelle officine farmaceutiche medievali.
Il nome comune “dente di leone” si riferisce alla forma dentata delle foglie.
Diffusione e adattabilità
È una delle piante più diffuse al mondo, presente in tutti i continenti temperati.
Cresce in prati, campi, giardini, bordi stradali e fessure urbane, adattandosi a condizioni molto diverse.
È considerata un esempio perfetto di pianta pioniera e di resilienza botanica.
Curiosità botaniche
Ogni “fiore” è in realtà un capolino composto da centinaia di piccoli fiori.
I semi sono dotati di un pappo che consente la dispersione eolica; un singolo fiore può produrre centinaia di semi.
La pianta contiene un lattice bianco che in passato veniva usato per usi artigianali e popolari.
Uso nella medicina tradizionale
Conosciuto come depurativo primaverile, era usato per “pulire il sangue” dopo l’inverno.
Impiegato come rimedio per fegato, reni e digestione in tutta Europa.
Nella medicina popolare era consigliato anche per reumatismi, pelle impura e gonfiori.
Presenza nella storia
Citato da medici arabi medievali e successivamente nei testi erboristici rinascimentali europei.
Utilizzato nelle farmacopee ufficiali fino al XIX secolo.
In tempi di carestia, le radici tostate erano usate come surrogato del caffè.
Simbolismo e tradizione popolare
Simbolo di libertà e desideri: soffiare sul pappo era considerato un gesto propiziatorio.
Associato alla rinascita primaverile e al rinnovamento fisico.
In alcune tradizioni popolari era considerato una pianta “protettiva” contro energie negative.
Uso culinario storico
Le foglie erano una delle principali verdure spontanee primaverili nelle campagne europee.
I fiori venivano usati per preparare sciroppi, vini e dolci.
Le radici rappresentavano una risorsa alimentare e funzionale nelle comunità rurali.
Riscoperta moderna
Oggi è considerato una pianta funzionale che unisce valore nutrizionale, fitoterapico e gastronomico.
Apprezzato anche nella cucina gourmet per il suo gusto amaricante naturale.
Oggetto di studi scientifici per le sue proprietà antiossidanti, digestive e diuretiche.
Curiosità culturali
In inglese è chiamato “dandelion”, dal francese dent-de-lion.
In diverse lingue europee il nome richiama i denti o il latte (per il lattice).
È spesso erroneamente considerato solo una “erbaccia”, ma è una delle piante officinali più complete e versatili.
BIBLIOGRAFIA e WEBLIOGRAFIA GENERALE
Schütz K. et al. (2006). Journal of Agricultural and Food Chemistry